Marche

Accoltellato in Mongolia il 32enne fermano Rudy Di Flavio

PAURA – Il ragazzo, partito in sella alla propria bici il 19 marzo del 2024, con l’obiettivo finale di raggiungere lo stato asiatico, si è ritrovato aggredito brutalmente all’interno di un ostello. Rudy era arrivato nel residence da pochi minuti, al termine di una tappa tra quelle in programma nel proprio percorso (arrivato tra l’altro nel suo periodo finale). «Dopo diversi giorni passati in tenda, aveva deciso di prendete un letto in una struttura», spiega la sorella Desiree. Aveva da poco preso possesso del letto e si stava recando sotto le docce, quando è stato inseguito da un giovane che lo ha colpito alle spalle infliggendogli sette fendenti. Uno di questi gli ha perforato l’intestino

Rudy Di Flavio

di Maikol Di Stefano 

Accoltellato in un ostello ad Ulan Bator, ragazzo fermano è fuori pericolo. È accaduto nella giornata di ieri, alle 14 orario italiano, le 20 nella capitale mongola. Vittima Il 32enne originario di Massa Fermana, Rudy Di Flavio (del cui viaggio vi abbiamo parlato proprio su Cronache Fermane). Il giovane, partito in sella alla propria bici il 19 marzo del 2024, proprio con l’obiettivo finale di raggiungere lo stato asiatico, si è ritrovato aggredito brutalmente all’interno di un ostello.

L’aggressione
Rudy era arrivato nel residence da pochi minuti, al termine di una tappa tra quelle in programma nel proprio percorso (arrivato tra l’altro nel suo periodo finale). «Dopo diversi giorni passati in tenda, aveva deciso di prendete un letto in una struttura», spiega la sorella Desiree. Aveva da poco preso possesso del letto e si stava recando sotto le docce, quando è stato seguito da un soggetto che, apparentemente senza un motivo ben preciso, lo ha colpito alle spalle con sette fendenti. Uno di questi gli ha perforato l’intestino.

«Rudy è rimasto sempre cosciente, ha chiesto immediatamente aiuto e sono accorsi due ragazzi tedeschi che hanno subito chiamato i soccorsi» spiega sempre la sorella, fin da subito in contatto con l’ambasciata italiana sul posto. Il 32enne è stato trasportato d’urgenza nell’ospedale militare italiano presente nella capitale mongola. Sottoposto d’urgenza ad intervento chirurgico le sue condizioni sono apparse critiche, ma non è mai stato in pericolo di vita. «Sono riuscita a parlare col dottore che lo ha operato, mi ha spiegato che l’arma usata era a lama corta, questo ha evitato che toccasse organi vitali, ma senza l’aiuto dei due ragazzi tedeschi sarebbe comunque morto dissanguato – prosegue Desiree Di Flavio – Ringrazio il personale dell’ambasciata per tutto quello che ha fatto, sono stati sempre disponibili e presenti, mi hanno aggiornata costantemente e sono vicini a Rudy. Al momento lui è in terapia intensiva, la speranza è che il decorso prosegua in questo modo e che fra un paio di giorni, scongiurato il rischio di setticemia, venga spostato nel reparto di medicina generale dell’ospedale militare».

Il presunto aggressore
Bloccato e immediatamente arrestato un sospettato, si tratterebbe di un giovane statunitense. Non aveva mai incontrato Rudy prima e non aveva avuto tempo, all’interno dell’ostello di confrontarsi con lui. Il ragazzo sospettato dell’aggressione risultava già segnalato alle autorità per alcuni atteggiamenti violenti avuti nei giorni precedenti in altre strutture della città.

Il viaggio
Iniziato nel marzo del 2024, Rudy l’aveva raccontato come un’esperienza unica nella propria vita. Un anno dopo la partenza, pochi mesi fa, proprio a Cronache Fermane aveva raccontato, mentre si trovava in Iran, di non aver mai avuto un momento di paura o avvistato situazioni di pericolo. Spesso ha riposato ospitato dalle famiglie locali, molte altre nelle aree verdi all’interno della propria tenda. Era arrivato in Mongolia a metà agosto e stava svolgendo gli ultimi spostamenti prima del rientro. La scorsa settimana proprio alla domanda: «sei pronto alla fine di quest’avventura?», aveva risposto con un vocale spiegando: «non si può essere pronti». Ora a raggiungerlo sarà la sorella Desiree: «Una volta fuori dalla sala di rianimazione avrà bisogno di assistenza domiciliare h24, quando l’ambasciatrice gli ha detto che sarei andata da lui, Rudy ha sorriso».

 

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