Accoltellato e rapinato dal branco a Piazza Vittorio
Roma, piena mattinata. Sono da poco passate le 10 quando Piazza Vittorio si trasforma in un teatro di violenza brutale.
Un giovane, originario della Tunisia, viene accerchiato e colpito da un gruppo di suoi connazionali. Nessuna parola, nessun preavviso. Solo calci, pugni e un’aggressione feroce per strappargli dal collo una catenina.
La vittima finisce a terra, stordita e sanguinante. Ma la furia non si placa: mentre tenta di rialzarsi e fuggire, uno degli aggressori lo insegue e lo colpisce con un coltello da cucina e persino con il collo spezzato di una bottiglia. I fendenti lo raggiungono al volto, alle mani e alla nuca. Poi la banda si dilegua, correndo tra i corridoi della metropolitana nel caos più totale.
La chiamata alla Sala Operativa della Questura è immediata. Sul posto piombano le volanti della Polizia e gli agenti del commissariato Esquilino, che prendono in mano la situazione. La vittima, seppur ferita, riesce a fornire una descrizione dettagliata degli aggressori, e da lì parte una caccia all’uomo serrata.
Pochi minuti dopo, gli agenti intercettano un giovane le cui fattezze coincidono con quelle descritte. Ha ancora addosso i segni della fuga e una presenza inquietante.
L’intuizione si rivela esatta: le immagini delle telecamere della metropolitana lo immortalano insieme al branco durante la fuga.
Scatta l’arresto. Il giovane, un 18enne tunisino già noto alle forze dell’ordine, viene fermato con l’accusa di rapina aggravata e lesioni gravi. La Procura di Roma chiede la convalida dell’arresto, che arriva puntuale dal giudice per le indagini preliminari.
Ma la vicenda non si chiude qui. Gli investigatori della Polizia di Stato stanno ora lavorando senza sosta per dare un volto e un nome agli altri sette membri del branco. La caccia è aperta.
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