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Accoltella e spara al figlio di 17 anni e poi si toglie la vita, usata una pistola per la macellazione degli animali

Un padre colpisce il figlio a coltellate, poi prende una pistola e lo finisce, quindi volge l’arma contro di sé e si uccide. Un litigio in famiglia, un banale diverbio si è concluso nel modo più tragico ad Oltra, una frazione di Lamon, un paese del Bellunese ai confini con il Trentino. Non si sa che cosa abbia scatenato la furia dell’uomo, Vladislav Gaio di 49 anni, che viveva da separato in casa con la moglie ormai da tre anni e con i due figli. Dalla stanza al primo piano dove è iniziato il litigio con il figlio è sceso al piano terra, in cucina, ha afferrato un coltello, è risalito e ha colpito Riccardo di 17 anni. Ha quindi recuperato una pistola utilizzata per la macellazione degli animali e ha sparato contro il ragazzo prima di uccidersi. Un vicino ha sentito gli spari e ha dato l’allarme. Erano le 17. In quel momento la mamma Miriam, operaia, era al lavoro, mentre era presente la sorella di Riccardo, che ha 13 anni. È arrivata un’ambulanza da Feltre, poi un elicottero del Suem, ma i soccorritori non hanno potuto che constatare la morte del ragazzo, mentre il padre è spirato poco dopo.

Il dramma è avvenuto in una famiglia piuttosto chiusa, isolata dal contesto sociale del paese. La separazione di fatto dei genitori aveva segnato un solco profondo. Decisiva la testimonianza della madre per mettere a fuoco quali fossero i dissapori o i motivi di litigio tra padre e figlio. Le indagini per ricostruire quanto accaduto sono state affidate ai carabinieri di Belluno e sul posto si è recata anche Roberta Gallego, procuratore della Repubblica facente funzioni. La coppia era separata dal 2022 in modo consensuale, ma aveva trovato un accordo decidendo di continuare a convivere nella casa, almeno saltuariamente, per il bene dei figli. L’uomo, originario da un paese del Baltico, era comunque intenzionato ad andarsene in modo definitivo e lavorava come operaio nella zona di Bassano. Riccardo viene descritto come un adolescente socievole, ma aveva vissuto in modo conflittuale la separazione dei suoi genitori ed è probabilmente stata quella la molla che ha scatenato il litigio tra padre e figlio.

Il commento del sindaco Loris Maccagnan: “Non ci sono parole per descrivere il dolore di questi momenti. Fatti del genere li sentiamo al telegiornale, ma quando accadono nella propria comunità, tra persone che conosci, assumono il peso di macigni”. Increduli i vicini: “Quanto è accaduto non trova una spiegazione. Era una famiglia all’apparenza tranquilla. Non abbiamo mai sentito un litigio”. Luciana e Giovanni Bee sono praticamente dirimpettai. “Ci siamo salutati come è successo chissà quante altre volte alle 14. Era una famiglia chiusa che non si faceva vedere spesso in paese. Anche nei ritrovi della frazione, vicino alla fontana, nelle occasioni in cui ognuno porta qualcosa, un salame o una bottiglia di vino, non si facevano mai vedere. Ornella Noventa è stata sindaco di Lamon fino a qualche mese fa: “Riccardo dopo le scuole dell’obbligo a Lamon, dove aveva frequentato elementari e medie, si era iscritto in un istituto fuori provincia, a Fiera di Primiero”.


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