Accesso abusivo alla mail aziendale, manager sotto processo per aver spiato l’ex dipendente
Spiato dopo essere stato licenziato tramite l’accesso abusivo alla sua mail. È l’accusa che ha portato in tribunale una manager di un’azienda del settore energetico.
Secondo la Procura di Perugia la manager, 52enne anche nel consiglio d’amministrazione dalla società, avrebbe commesso il reato di “accesso abusivo a sistema informatico, aggravato dalla pluralità di azioni e dall’essere commesso da un responsabile dei sistemi informatici o della sicurezza degli stessi”.
Secondo le accuse formulate dal pubblico ministero, la donna si sarebbe introdotta illegalmente, in diverse occasioni tra maggio e settembre 2023, nella casella di posta elettronica aziendale di un agente di commercio che proprio il 5 maggio 2023, si era visto revocate dalla società il mandato e disabilitato l’accesso alla mail. Dagli accertamenti, però, sarebbe risultato che l’indirizzo non sarebbe stato disattivato e qualcuno della società avrebbe avuto accesso a dei dati sensibili.
L’ex dipendente avrebbe scoperto la cosa perché una volta recatosi da un vecchio cliente, per sottoporgli le offerte della nuova società che lo aveva impiegato, era saltato fuori che alla ditta erano arrivate delle conferme di lettura di mail inviate al suo vecchio indirizzo aziendale, dopo il suo licenziamento. Indagini successive, anche tecniche, avrebbero ricondotto gli accessi all’indirizzo IP aziendale della società di Foligno e, nel dettaglio, alla postazione della manager.
Dirigente che nel corso dell’interrogatorio aveva ammesso di aver gestito i rapporti con i clienti dell’ex agente per esigenze amministrative, ma ha negando categoricamente di aver “coscientemente” avuto accesso diretto alla sua mail. Tutte le operazioni, avrebbe precisato agli investigatori, sarebbero avvenute dopo la risoluzione del rapporto, quando l’agente non aveva più titolo a operare su quell’account.
L’accusa contesta che questi accessi, ripetuti nel tempo, siano avvenuti senza autorizzazione e abbiano consentito alla manager di leggere non solo le comunicazioni relative ai clienti, ma anche di accedere, tramite link e password recuperate dalla mail, al portale di fatturazione elettronica dell’agente, prendendo visione anche di documenti riservati, tra cui fatture emesse per un competitor, informazioni poi citate in una diffida legale inviata dalla società all’ex dipendente.
Ipotesi che per il difensore dell’agente, l’avvocato Camillo Tufano, potrebbero riverberarsi anche sulla società, in quanto la manager potrebbe aver agito “nell’esplicito interesse” della società in questione, configurando una responsabilità amministrativa per l’azienda. L’imputata e la società sono difese dagli avvocati Carlo Bruzzetti e Mauro Carboni.
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