A Unicredit 5 anni di divieti. “Non toccate i risparmi italiani”
Il governo ha applicato il golden power con prescrizioni all’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm e ora si cerca di capire la portata concreta del provvedimento.
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, i punti più impattanti per l’istituto guidato da Andrea Orcel sarebbero essenzialmente quattro. Eccoli in sintesi. In primo luogo, per almeno cinque anni, il dispositivo approvato dal Consiglio dei ministri obbliga a “non ridurre il peso attuale degli investimenti di Anima holding in titoli di emittenti italiani e supportare lo sviluppo della società”. In pratica andrà mantenuto invariato il livello dei Btp in portafoglio, continuando così a sostenere il debito pubblico e a convogliare il risparmio a sostegno dell’economia.
In secondo luogo, per cinque anni, si prevede di “non ridurre il rapporto impieghi/depositi praticato da Banco Bpm e Unicredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e Pmi nazionali”. Si fa riferimento agli sportelli: la prescrizione si traduce nell’impossibilità di modificare il numero complessivo delle filiali, preservando così i canali di finanziamento e il credito concesso ai nuclei familiari e alle piccole e medie imprese.


Poi il documento tocca anche il tema delle infrastrutture, quando prescrive al nuovo gruppo di “non ridurre il livello del portafoglio attuale di project financing di Banco Bpm e Unicredit in Italia”.
Infine il delicato tema della Russia, dove Unicredit ha già ridotto la sua attività del 95% dall’inizio della guerra in Ucraina. L’esecutivo prescrive di “cessare tutte le attività in Russia (raccolta, impieghi, collocamento fondi e prestiti transfrontalieri) entro nove mesi dalla data del presente provvedimento”. Il termine sarebbe quindi stato fissato al 18 gennaio 2026. E sarebbe stato l’unico al centro della trattativa che ha surriscaldato il Consiglio dei ministri di venerdì sera. Forza Italia, rappresentata dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, è riuscita a imporre uno slittamento rispetto alla versione originaria che indicava un obbligo immediato.
Inoltre, i ministri azzurri hanno fatto mettere agli atti una “riserva formale sulla base giuridica” di un provvedimento del genere, mentre fonti vicine al partito hanno fatto sapere che «i poteri speciali, come il golden power, entrano in gioco quando ci sono interessi strategici nazionali da difendere, che qui non sono evidenti”.
Le puntualizzazioni di FI potrebbero ispirarsi alla pratica già avviata dall’Ue all’ inizio di aprile. Secondo Reuters, il portavoce di Bruxelles per il dipartimento sui servizi finanziari, Olof Gill, ha riferito che la Commissione ha chiesto all’Italia dettagli sulle modalità con cui applica la legge per autorizzare potenziali acquisizioni bancarie.


La sfera naturale di applicazione del golden power è quella del pregiudizio alla sicurezza e all’ordine pubblico, che sembrano tuttavia mancare almeno nei primi tre punti indicati dal provvedimento su Unicredit. È però vero che altri Paesi hanno cercato di allargare le maglie dei possibili interventi adducendo “motivi imperativi di interessi generali» per uno Stato. In pratica, in questo modo si può infilare di tutto, dalla sanità alla stabilità finanziaria. Ma la Corte di giustizia Ue, a sua volta, ha fissato dei limiti sostenendo che l’interesse generale deve essere interpretato “restrittivamente”, tenendo presente il limite della “ragionevolezza” e della “proporzionalità”. E, soprattutto, non deve avere come oggetto interessi economici. “In caso di denuncia alla Commissione europea questa, se non è convinta della proporzionalità delle condizioni, potrebbe avviare una procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano per uso distorto del golden power”, avverte l’avvocato Francesco Mazzocchi dello studio Advant Nctm.
In pratica, come è emerso da diversi dibattiti, la disciplina del golden power è tracimata superando i confini della libertà di impresa e diventando così uno strumento con cui il governo fa politica industriale.
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