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A Trento apre una pizzeria gestita da detenuti

I detenuti di Trento diventano pizzaioli: nel 2025 apre il locale della prigione.

A Trento apre una pizzeria gestita da detenuti

Dalla prossima primavera a Trento arriva una nuova pizzeria. Sembra una notizia da cronaca locale, ma aspettate di sapere qual è il catch. La sua specialità sarà il reinserimento dei detenuti, nell’ambito di una iniziativa che coinvolge Procura, Provincia, Comune e scuola di Levico. Il locale, previsto per Pasqua 2025, servirà come centro di formazione professionale e sarà completamente gestito dagli inquilini dell’adiacente carcere.

L’iniziativa

pizzaiolo

Non è la prima volta che si cercano di unire ristorazione e vita di galera, nonché una certa propensione ai giochi di parole. Chi è stato In Galera, ristorante del carcere di Bollate, o Al Fresco di Palermo, lo sa. In questi e altri casi ai detenuti viene offerta un’occasione preziosa: uscire dall’ambiente strettamente carcerario per imparare un mestiere. E, aggiungiamo noi almeno dal punto di vista gastronomico, farlo anche molto bene.

La stessa idea è venuta alla Procura della Repubblica di Trento guidata da Sandro Raimondi. Stavolta però in salsa pizzeria. “Si tratta di un’idea che ho sempre coltivato, fin dai tempi dell’esperienza nell’antimafia. Se ce la facciamo, vorremmo aprire entro la prossima Pasqua, contando sulla Provincia e sul Comune di Trento per l’organizzazione della struttura, e sulla Scuola di Levico per la formazione”.

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti si è subito dichiarato entusiasta sostenitore. “Abbiamo aderito a questa iniziativa volentieri: come Provincia ci siamo impegnati sul lato progettuale e finanziario, ma crediamo continuamente in questo progetto dal forte valore sociale e di reinserimento dei detenuti”. Lo stesso vale per le altre figure chiave coinvolte, dalla direttrice del carcere, al sindaco, al prefetto.

Il progetto

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Quali sono i piani concreti? Un locale pubblico con focus sulla pizza cui i detenuti si possano dedicare completamente, dalla preparazione all’esecuzione al servizio. Per realizzarlo è stata messa a disposizione un’area di 300 metri quadrati nelle immediate vicinanze del carcere. L’edificio, in fase di studio tecnico, sarà composto da moduli prefabbricati in legno, dallo stile minimal, leggero e moderno. Per la sua posizione geografica, c’è anche la possibilità che diventi un bicigrill. Cosa c’è d’altronde di più trentino di un locale di ristoro lungo pista ciclabile?

A fronte di questo annuncio, mancano la reazione degli interessati (che immaginiamo sia buona) e soprattutto quella della cittadinanza. Il sabato sera dei trentini includerà il ristorante gestito dai detenuti? Staremo a vedere: di sicuro, per una volta, l’iniziativa sembra avere solo lati positivi. Al massimo, giusto qualche cornicione bruciacchiato.

 


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