Calabria

A Sibari i reperti della necropoli di Thurii – Calabria


Anche tomba risalente IV secolo a.C. con frammenti lamina aurea


(ANSA) – CASSANO ALLO IONIO, 30 MAR – E’ stato presentato al
Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, nel corso
dell’evento “Mnemosyne. La memoria e la salvezza”, il progetto
della Soprintendenza Abap di Cosenza e dal Parco archeologico
riguardante “gli interventi di scavo e restauro di una sepoltura
scoperta nella necropoli dell’antica Thurii diventano oggetto di
un laboratorio-cantiere aperto al pubblico con finalità
didattico-scientifica”. All’incontro con i giornalisti hanno
partecipato il direttore dell’area archeologica di Sibari,
Filippo Demma, Paola Aurino, Soprintendente Abap di Cosenza,
Vito D’Adamo, capo segreteria del sottosegretario alla Cultura
Lucia Borgonzoni in rappresentanza del Governo, Fabrizio Sudano,
direttore Segretariato regionale del Ministero della cultura per
la Calabria, e l’assessore regionale allo sviluppo economico e
agli attrattori culturali, Rosario Varì.
   
“Nel giugno scorso la Soprintendenza Abap di Cosenza ha
rinvenuto, in un’area poco distante dall’area archeologica
sibarita e in corrispondente alla necropoli di Thurii – è stato
annunciato nel corso dell’incontro – una tomba risalente
verosimilmente al IV secolo a.C. La straordinarietà del
rinvenimento sta nel fatto che tra gli elementi di corredo
recuperati ci sono alcuni i frammenti di una lamina aurea del
tipo cosiddetto ‘orfico’. Un oggetto molto raro, attestato in
pochi esemplari in Magna Grecia, a Creta e in Tessaglia in cui
la foglia d’oro era utilizzata come supporto di un testo che
conteneva le istruzioni affinché il defunto potesse orientarsi
nell’aldilà”. In base ad un protocollo di collaborazione il
Parco di Sibari e la Soprintendenza di Cosenza hanno trasformato
il rinvenimento in un’occasione di conoscenza, “procedendo ad
allestire un cantiere di ricerca e restauro visitabile, e aperto
al pubblico”.
   
“La nuova scoperta offre, soprattutto, – hanno spiegato la
soprintendente Aurino e il direttore Demma – l’imprescindibile
opportunità di indagare, oltre all’oggetto, il suo contesto, il
suo possessore. Sarà possibile saperne finalmente di più su chi
fossero le persone che 2300 anni fa credevano nella metempsicosi
e praticavano rituali per raggiungere la beatitudine oltre la
morte”. (ANSA).
   

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