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a settembre si riparte dai temi meno divisivi

Il dialogo è ripreso, ma ora la trattativa è tutta da costruire. Se ne parlerà comunque a settembre e sul tavolo verranno messi prima di tutto i temi meno divisivi della piattaforma sindacale. Federmeccanica-Assistal e Fim-Fiom-Uilm si sono incontrate nella sede di Confindustria a Roma per ricominciare a discutere del rinnovo del contratto dei metalmeccanici, scaduto a giugno 2024: è la prima volta da novembre quando il tavolo era saltato innescando 40 ore di sciopero e 8 mesi di mobilitazione di lavoratrici e lavoratori. I primi tre appuntamenti sono in programma l’11, il 18 e il 25 settembre poi si proseguirà con faccia a faccia settimanali. A giorni si deciderà quali saranno gli argomenti da discutere in prima battuta. Tutto lascia pensare che si tratterà su sicurezza, pari opportunità, welfare, formazione e previdenza. Temi “morbidi” in attesa di passare ai due assi portanti dello scontro ormai chiuso: orario e salario.

La rottura e il peso delle aziende medie del Nord

Finora Federmeccanica – che ha un nuovo presidente, Simone Bettini – e Assistal hanno proposto di aumentare i salari solo nel caso ci sia inflazione. In sostanza i lavoratori non avrebbero alcuna certezza e scoprirebbero solo in corso d’anno, sulla base dell’andamento dei prezzi, se la loro busta paga è destinata ad appesantirsi o meno. I metalmeccanici chiedono invece aumenti già concordati, con un rialzo medio (calcolato sul livello C3) di 280 euro nel triennio. I sindacati chiedono anche che le proroghe dei contratti a termine oltre i 12 mesi siano consentite solo in casi specifici, limitando l’uso di somministrazioni e staff leasing, e si pongono l’obiettivo di una riduzione progressiva dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di salario. Molto dipenderà dalle posizioni delle aziende di medie dimensioni di Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, lo zoccolo duro di Federmeccanica che finora ha fatto valere il suo peso opponendo un secco no.

Le posizioni di Uilm, Fiom e Fim

“Ora è il momento di contrattare entrando nel merito delle singole richieste contenute nella piattaforma, senza pregiudiziali. In un momento di grandi incertezze per effetto dei dazi e della situazione geopolitica, il contratto nazionale è lo strumento necessario per rilanciare il lavoro industriale e l’economia del nostro Paese, anche attraverso un adeguato aumento dei salari”, ha ribadito il segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma. “Si è ripartiti con il piede giusto, c’è la volontà di aprire una trattativa senza risentimenti – ha detto Rocco Palombella, leader della Uilm – A fine settembre faremo un bilancio, siamo sicuri che sarà positivo. Il rinnovo serve non solo ai metalmeccanici ma anche alle imprese perché può aiutare la ripresa economica, oltre a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. Dopo gli scioperi, ricomincia una trattativa alla pari”. Per Ferdinando Uliano della Fim-Cisl, sarà “molto importante” che “dalla dichiarazione di intenti si passi alla volontà concreta di fare passi in avanti” con l’avvio di una “trattativa vera”. Critica l’Usb che non siede al tavolo: “Di salario, nemmeno l’ombra. Eppure è proprio lì che si gioca la partita vera: mentre tutto aumenta, mentre l’inflazione divora le buste paga, si continua a evitare il nodo centrale con una leggerezza inaccettabile”.

Federmeccanica: “Il contratto sia sostenibile”

Gli aumenti, inevitabilmente, restano l’ostacolo più grande. L’obiettivo – ha spiegato Bettini – è “di fare un contratto che sia sostenibile per tutte le imprese, anche per quelle più piccole”, dunque “deve essere contestualizzato per ciò che ci circonda”: in un quadro “già difficile per il settore a causa della transizione ecologica e tecnologica”, mettono in guardia Federmeccanica e Assistal, i dazi Usa al 10% avrebbero un effetto “molto pesante”, mentre un innalzamento al 30% sarebbe “devastante”. Il contratto deve essere “assolutamente sostenibile dal punto di vista economico” ha ribadito anche il presidente di Assistal, Roberto Rossi, confermando comunque la necessità di “un’agenda molto stretta” di incontri, per cercare di chiudere “in tempi velocissimi”.


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