A Roma nuova vita ma stessa atmosfera nello storico Hotel d’Inghilterra
Rinnovare un hotel storico non è mai un’impresa semplice. I clienti abituali protestano se trovano anche solo un mobile spostato. Si affezionano agli oggetti come fosse una casa lontana da casa, e si sentono rassicurati all’idea di ritrovarla lì, sempre uguale, pronta a riceverli anche dopo anni. Abbiamo assistito più volte a stravolgimenti che, nel bene e nel male, trasformano un vecchio hotel in uno nuovo e scintillante. E abbiamo visto che il riguardo nei confronti della struttura, della sua storia e dei suoi ospiti è imprescindibile e non può che accrescere il suo valore. L’Hotel d’Inghilterra, un pezzo dell’ospitalità tradizionale romana, ha riaperto a settembre dopo una sostanziale ristrutturazione della facciata, delle camere e degli spazi conviviali. L’attesa era grande per questo albergo dell’Ottocento a due passi da piazza di Spagna e via Condotti. Ma basta varcare il portone per percepire la stessa atmosfera di sempre, un po’ da club inglese illuminato però dalla generosa luce mediterranea.
Struttura intatta e recuperto totale degli antichi arredi
La struttura è intatta, gli arredi antichi sono stati restaurati, i marmi e gli ottoni lucidati, le divise ridisegnate, le camere ridotte (da 84 a 80) per creare suite più spaziose. Sono state aggiunte le boiserie nel ristorante, specchi e pregiate carte da parati, i tessuti sono stati sostituiti con sete e velluti colorati e allegri. E presto aprono nuovi ambienti, la spa, la penthouse e il ristorante sul rooftop per godere della bellezza di Roma nel suo insieme di cupole e colli. Il progetto è stato curato dai designer di Starhotels con l’aiuto di artigiani e maestranze locali. La stessa Elisabetta Fabri, presidente e ceo del più grande gruppo alberghiero italiano (30 hotel con oltre 4.200 camere), si è rimboccata le mani. L’imprenditrice e cavaliera del lavoro, ha dormito in tutte le camere per accertarsi che fossero comode e ben accessoriate, ha sistemato i quadri e svitato le lampadine se la luce non era “giusta”. Per quest’ultimo pezzo della sua Collezione di cinque stelle lusso, ha curato ogni dettaglio come se fosse casa. Anche il ristorante è nuovo, un ambiente caldo e confortevole come il menù, disponibile tutto il giorno, firmato dal cuoco Andrea Sangiuliano, allievo di Fulvio Pierangelini, custode e paladino della tradizione italiana. Fiori di zucca, bollito, pasta mista con le patate, insomma quei piatti che ribadiscono la bontà della nostra cucina. Tante cose sono cambiate dai soggiorni di John Keats e degli altri poeti romantici inglesi, e della Dolce Vita non c’è più traccia. Ma l’Hotel d’Inghilterra offre ancora tanti momenti di piacevolezza: pranzare nel dehors, leggere nella biblioteca, due chiacchiere al bar farsi accogliere da un doorman in mantello e tuba sono istantanee di una vacanza romana da ricordare.
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