A Perugia la mostra Afro Burri Capogrossi
Tre alfabeti, nessuna parola. Solo il segno, la materia e il gesto. A partire dal 18 aprile, Palazzo della Penna a Perugia ospita “Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole”, una mostra che riunisce oltre cento opere di tre protagonisti dell’Informale italiano, esplorando la svolta che, nel secondo dopoguerra, li condusse dalla figurazione all’astrazione.
Curata da Luca Pietro Nicoletti e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, l’esposizione segna il ritorno di Burri nella sua città, affiancato da Afro e Capogrossi, in un confronto che racconta non solo tre traiettorie artistiche, ma anche una stagione decisiva dell’arte europea.
Il percorso espositivo, promosso dal Comune di Perugia e Magonza, con il sostegno delle fondazioni e archivi degli artisti, restituisce il clima di fervore e rinnovamento che, a partire dagli anni Cinquanta, spinse i tre autori a cercare un nuovo linguaggio visivo. Roma fu il crocevia di questo slancio, New York il trampolino. Non a caso, nel 1955, tutti e tre furono inclusi nella mostra The New Decade al MoMA, emblema della loro consacrazione internazionale.
Per il vicesindaco di Perugia, Marco Pierini “Con ABC, Palazzo della Penna riafferma la sua vocazione, recentemente ritrovata, di Centro per le Arti Contemporanee, e lo fa riportando a Perugia il maggiore artista umbro del Novecento assieme ad Afro e Capogrossi, raccontando quel delicato momento del secondo dopoguerra durante il quale molti artisti giovani, ma anche maturi come Capogrossi, svilupparono l’esigenza di superare la figurazione e cimentarsi con le variegate ricerche dell’Informale”.
Se Burri riplasma il concetto di pittura attraverso i materiali poveri e bruciati, Capogrossi costruisce un lessico astratto fatto di segni ricorrenti, mentre Afro traduce la memoria figurativa in gesti cromatici di sorprendente musicalità. Le opere su carta, esposte in una sezione dedicata, restituiscono il processo nascosto, i dubbi, gli esperimenti. A fare da contrappunto, documenti, riviste e testi d’epoca rivelano il dialogo con i grandi intellettuali del tempo, da Emilio Villa a Cesare Brandi.
“Perugia torna a riaffermare la sua voglia di contemporaneità e Palazzo della Penna riprende a dialogare con il sistema dell’arte nazionale e internazionale” sottolinea la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi. Dopo Dorothea Lange, Palazzo della Penna rilancia la sua vocazione contemporanea, e lo fa partendo, significativamente, dall’ABC.
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