Basilicata

A Paola il film “il Monaco che vinse l’Apocalisse”

Paola celebra l’Abate Gioacchino da Fiore con il film “Il Monaco che vinse l’Apocalisse”. Il regista e la sceneggiatrice ne sottolineano la spiritualità universale e l’attualità del messaggio di speranza.


PAOLA- Dopo aver attraversato l’Italia ed essere giunto fino in America, arriva anche a Paola – città simbolo della spiritualità calabrese – il film Il Monaco che vinse l’Apocalisse, dedicato alla figura dell’Abate Gioacchino da Fiore. L’opera è stata realizzata con il contributo del Ministero della Cultura, della Fondazione Calabria Film Commission, della Regione Lazio, e gode del patrocinio della Provincia di Cosenza, dell’Ente Parco Nazionale della Sila e dell’Ente Parco Nazionale del Pollino. Ha inoltre ricevuto il supporto documentale del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti e la collaborazione del FAI – Fondo Ambiente Italiano.

L’uscita ufficiale nelle sale è avvenuta il 5 dicembre, ma da oggi, 17 aprile, fino al 20, la pellicola sarà proiettata nel comune tirrenico che ha dato i natali a San Francesco di Paola. Due figure calabresi, profondamente diverse tra loro, si ritrovano a dialogare idealmente proprio in occasione della Pasqua: uno, San Francesco, canonizzato dodici anni dopo la morte; l’altro, Gioacchino da Fiore, che da oltre otto secoli attende un riconoscimento ufficiale della sua santità.

PAOLA, IL RACCONTO DEL REGISTA E DELLA SCENEGGIATRICE DEL FILM “IL MONACO CHE VINSE L’APOCALISSE”

Il regista Jordan River e la sceneggiatrice Michela Albanese ci hanno raccontato la genesi e il significato di quest’opera, che va oltre il semplice racconto biografico. River ci ha parlato di una dimensione spirituale che caratterizza l’intera struttura del film. «Questa pellicola, come hanno evidenziato alcuni durante le varie proiezioni in tutta Italia e anche all’estero (recentemente il film è stato presentato anche in America, ndr), infonde una particolare energia interiore, quasi soprannaturale, perché arriva nello spirito di ciascuno. – ha specificato il regista – Sin dall’inizio, quando abbiamo iniziato a discuterne in fase di sviluppo con la sceneggiatrice Michela Albanese e con gli altri scrittori, Valeria De Fraja e il filosofo Andrea Tagliapietra, pensavamo di realizzare un’opera capace di aiutare l’essere umano a liberare lo spirito dagli orpelli del tempo. Quello che è uscito fuori non è quindi solo un film, ma un’esperienza, un viaggio interiore.

Joachim (Gioacchino da Fiore), dopo 800 anni riesce così a sorprendere tutti. Dopo secoli in cui si parlava di lui sottovoce, ora la sua eco di Speranza è immortalata nella pellicola e gira per il mondo, intrecciandosi con il Giubileo della Speranza. Gioacchino è stato trattato malissimo soprattutto dai calabresi, sia in vita che dopo la sua morte. Quindi quest’opera cinematografica è anche un atto di giustizia a questo grande faro della civiltà in questo momento così buio che il mondo sta attraversando». Il Monaco che vinse l’Apocalisse non si limita dunque a raccontare la vita di Gioacchino, ma ambisce a restituirgli la dignità di profeta universale, capace ancora oggi di parlare a credenti e non credenti.

LA GENESI SECONDO LA SCENEGGIATRICE

Un punto centrale del progetto è stato il processo creativo collettivo e il continuo approfondimento storico e spirituale che ha accompagnato la scrittura. Proprio la sceneggiatrice, Albanese, ci ha raccontato meglio questa fase. «Per la scrittura di questo film abbiamo lavorato a più mani, il supporto della medievista Valeria De Fraja e del filosofo Andrea Tagliapietra è stato prezioso. La capacità del regista nel dare a ogni fase realizzativa un senso e un’anima è stata vitale. Quando abbiamo lavorato a questo film ci siamo semplicemente appassionati al cammino di speranza di Gioacchino.

Molte cose le abbiamo così scoperte e approfondite cammin facendo. Per esempio, oggi dovrebbe far riflettere che nel 1202, data di morte di Gioacchino da Fiore, le canonizzazioni erano ancora vescovili, il potere di indicare la santità di una persona era nelle mani del Vescovo del luogo. E nel territorio dove ha operato e dove è morto Gioacchino l’Arcivescovo era Luca Campano, che fu suo discepolo e scriba.

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L’Arcivescovo Campano ne scrisse la biografia e raccolse quanto necessario per il riconoscimento del suo Abate nonché notizia di tutti i suoi numerosi miracoli. In vita e anche dopo la morte, Gioacchino era quindi una persona già Santa; in un affresco della fine del secolo XVI è stato scoperto che la figura di Gioacchino da Fiore aveva l’aureola. Quindi nei suoi confronti è successa un’ingiustizia molto grave. Le cose ora stanno cambiando. Non è un caso se questo personaggio è stato riconosciuto anche da Papa Francesco, che lo ha preso come esempio affermando che “seppe indicare l’ideale di un nuovo spirito”. Un riconoscimento a una santità ‘sostanziale’ in attesa di quella formale. A chi si avvicina oggi al suo pensiero di speranza grazie a questo film Joachim, anche senza l’aureola, profonde un’aura di energia interiore».

L’INVITO A SUPERARE IL CAMPANILISMO

Il messaggio di Gioacchino da Fiore, dunque, può e deve essere riscoperto, soprattutto dai calabresi, ma senza cadere in logiche identitarie o campanilistiche. «Conoscerlo sempre di più, studiarlo, amarlo, ma senza forme di idolatria, evitando campanilismo e atteggiamento di ‘calabresità’. – ha specificato Albanese – Ancora oggi, quando ci si rivolge a Gioacchino, si usa l’espressione dantesca medievale, ossia ‘l’abate calabrese’ e si commette una seconda cattiveria anche inconsciamente, per mero futile orgoglio e provincialismo. Per Dante era un vanto scrivere ‘l’abate calabrese’ perché all’epoca Calabria e Sicilia erano un crocevia di cultura e di civiltà. Oggi riferirsi a Gioacchino come ‘l’Abate calabrese’ è semplicemente renderlo provinciale, poiché il messaggio dell’Abate da Fiore si rivolge al mondo intero. Anche se fosse nato in un altro posto del pianeta sarebbe comunque ‘di spirito profetico dotato’. E magari sarebbe anche Santo. Gioacchino è il ‘Profeta della Speranza e dell’Amore’ di questo tempo».


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