A Norcia riapre la basilica di San Benedetto, vescovo: «Macerie non devono avere ultima parola»
«Macerie materiali e umane non devono avere l’ultima parola, ma solo unendo la forza, superando gli interessi di parte, condividendo un sogno comune, si riesce a realizzare qualcosa che suscita ammirazione e continua a generare vita». Questo «il messaggio e la sfida» che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha voluto lanciare a poche ore dalla dedicazione della basilica di San Benedetto di Norcia (in programma il 31 ottobre) finalmente risorta dalla distruzione del terremoto più forte del 2016. «Nove anni fa eravamo qui ad ascoltare le persone e a guardare le pietre, oggi vediamo la gente di Norcia riunita e le pietre rimesse una sull’altra», ha detto Boccardo, evidenziando che occorre sì, «fare memoria di quanto perduto e celebrare quello che ritroviamo», ma è necessario «anche guardare avanti, perché il lavoro compiuto in questi anni lo abbiamo fatto per noi, ma soprattutto per chi verrà dopo di noi, le nuove generazioni».
A partecipare alla prima delle due giornate di festa a Norcia per la fine dei lavori post sisma a San Benedetto anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che giovedì pomeriggio ha parlato di «una basilica che ispira generazioni» e di «una comunità, quella nursina, che con la sua partecipazione» al cantiere «ha reso evidente come il patrimonio culturale non sia solo un bene comune, ma una risorsa condivisa». Sul maxi cantiere da 15 milioni di euro, finanziato dalla struttura commissariale, dalla Regione con fondi europei e da Eni, presente oggi a Norcia col presidente Giuseppe Zafarana, il ministro Giuli ha voluto sottolineare che «la tutela delle tracce del passato e la loro restituzione al futuro è stato lo spirito guida dei professionisti che qui hanno lavorato e qui idealmente resteranno per sempre».
Per la presidente della Regione Stefania Proietti, invece, «l’Umbria oggi dimostra di essere più forte del sisma», perché la ricostruzione della basilica di San Benedetto a Norcia è «un segno di ripartenza e di speranza non solo per Norcia e l’Umbria, ma per l’Europa intera». Proietti ha poi fornito una serie di dati sullo stato dell’arte della ricostruzione in Umbria «che ormai – ha detto – è molto di più di un cantiere», perché «nove richieste su dieci sono state evase dal nostro Ufficio speciale per la ricostruzione».
E di «giornata straordinaria» ha parlato il sindaco di Norcia, Giuliano Boccanera, secondo cui la riapertura della basilica di San Benedetto «testimonia che la rinascita non è solo possibile, ma è realtà». Il primo cittadino ha riavvolto il nastro a quella domenica mattina di 9 anni fa «quando vedemmo crollare il cuore spirituale della nostra comunità: in quelle ore molti pensarono che Norcia non si sarebbe più rialzata, ma noi siamo fatti della stessa pietra di queste montagne» e il compimento di «questo cantiere è il simbolo della caparbietà di un popolo intero» e pure dello straordinario lavoro dei restauratori e delle imprese, a cominciare dalla Cobar, «che hanno ricucito una storia spezzata».
Per Paolo Iannelli, che è stato soprintende speciale per il sisma, il maxi cantiere della basilica non è «solo un modello di recupero, ma anche una strategia d’intervento», perché «le macerie che sono state tutte riutilizzate, facendo rinascere la struttura per quello che era e rendendola ancora più sicura e degna della sua storia».
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