A House Of Dynamite | Indie For Bunnies
Ora come ora non vedo più tanti film “in tempo”, insomma intorno alla lora data d’uscita, quindi il mio giudizio lascia un po’ il tempo che trova. Ma questo della Bigelow mi sembra nettamente un candidato a film dell’anno.
Eppure ho letto diverse critiche in giro: troppo didascalico si è letto, o si è parlato di una presunta inutilita’ del ripetere tre volte la stessa linea temporale. Su quest’ultima cosa posso anche marginalmente concordare, perche’ forse il meccanismo crea qualche ripetizione di troppo, una quisquilia però. Le didascalie che appaiono all’inizio di ciascuno dei tre segmenti sovrapponibili del film, invece, sono acute e corroborano il crescente senso di smarrimento vissuto dai protagonisti, oltre a chiarificare ulteriormente i concetti attorno ai quali ruota la relativa frazione.

Poi lo trovo un film urgente. Proprio pochi giorni prima di vederlo mi domandavo perche’ non si parli diffusamente e in termini chiari della guerra fredda che ci impazza intorno. Ed eccola lì, la Bigelow, a fare il punto su questa casa che stiamo riempendo di dinamite e sugli infiniti detonatori che non possiamo tracciare.
Ho letto pure che non avrebbe una trama e infatti in senso stretto non ce l’ha. Ma perchè vuole essere ed è la fotografia ipotetica del caos che si potrebbe generare quando la casa scoppia.
Benissimo tutto il cast, corale come voleva essere. Però non posso non rimarcare che quando c’è Jared Harris in una produzione, per quanto pochi siano i minuti in cui compare, buca lo schermo, giganteggia, insomma fa il culo a tutti quanti.
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