Società

A Gaza la crudeltà non ha fine

Il meteo dice che oggi a Gaza c’è il sole e la temperatura minima è di 7 gradi. La massima 18. È durante la notte che i gradi possono arrivare anche sotto zero. E se sei sfollato e vivi in una tenda malridotta, senza vestiti adeguati, con l’acqua portata dalla pioggia che ti bagna i piedi e nessun tipo di riscaldamento se non il fuoco, che rischia di incendiare quell’ultimo pezzo di tessuto che ti ripara, puoi anche morire. Soprattutto se sei neonato, malnutrito, se non hai farmaci adeguati, se hai delle ferite nel corpo.

Oggi a Gaza si muore anche così, non solo sotto le bombe che non si sono quasi mai fermate dal 7 ottobre 2023. Si muore di freddo. Accade dalla notte di Natale, quando è arrivata la prima notizia, riferita dal Ministero della Sanità palestinese, di un neonato morto per ipotermia. Da quel giorno ne sono morti almeno altri sei. Si aggiungono ai circa 15mila bambini e bambine morti dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza.

«Secondo quasi tutti i parametri, il 2024 è stato uno dei peggiori anni della storia dell’Unicef per i bambini in conflitto, sia in termini di numero di bambini colpiti che di impatto sulle loro vite», ha spiegato Catherine Russell, direttrice generale Unicef. «Non possiamo permettere che una generazione di bambini diventi un danno collaterale alle guerre incontrollate del mondo».

Inoltre, secondo i dati delle Nazioni Unite, nei primi nove mesi del 2024 ci sono state più vittime tra i bambini che in tutto il 2023. Mentre il mondo dà il benvenuto al 2025, a Gaza oltre il 96% delle donne e dei bambini non ha abbastanza cibo e i camion di aiuti umanitari hanno costanti difficoltà di accesso alla Striscia. Quando entrano, spesso vengono ostacolati anche nella distribuzione degli aiuti.

È la crudeltà di cui ha parlato Papa Francesco, quella dei «bambini mitragliati, dei bombardamenti di scuole e ospedali». Quella che si trasforma in insegnamento universale nel camice bianco del dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan attaccato, mentre avanza tra le macerie verso i carri armati israeliani, prima di essere arrestato. Colpevole di non avere abbandonato i suoi pazienti. È necessario cessare il fuoco, su tutti i fronti di guerra.


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