A Forlì ecco il menù della mensa ‘rovesciato’: verdure e pesce precedono gli spaghetti per combattere l’obesità. L’assessore: “I bambini sono più flessibili degli adulti”
Una rivoluzione alimentare ha preso il via nelle mense scolastiche di Forlì, coinvolgendo tutte le scuole primarie della città.
Come segnala Il Resto del Carlino, l’innovazione riguarda l’ordine di somministrazione dei piatti: non più pasta come apertura del pasto, ma verdure e secondo piatto come primo approccio al pranzo, seguiti dal primo e concludendo con la frutta.
L’assessora alle Politiche educative Paola Casara ha spiegato come l’iniziativa rappresenti “una proposta che abbiamo avanzato alle scuole come Comune di Forlì confrontandoci prima con la Pediatria di Comunità e l’Azienda sanitaria“. Il progetto si basa su linee guida regionali e ministeriali, estendendo a tutti gli istituti cittadini esperienze sperimentali già condotte negli anni precedenti, che includevano anche la pesatura degli scarti alimentari.
Combattere obesità infantile e spreco alimentare
L’inversione dell’ordine dei piatti risponde a precise evidenze epidemiologiche che hanno documentato un consumo insufficiente di frutta e verdura tra i bambini, naturalmente più attratti da pasta e cereali. L’obesità infantile rappresenta una problematica crescente, con conseguenze sanitarie significative: diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici e cardiovascolari, oltre a disturbi psicologici e sociali.
La strategia adottata mira a stimolare la curiosità verso alimenti meno graditi ai piccoli, promuovendo simultaneamente la riduzione dello spreco alimentare. L’approccio educativo punta a sviluppare una maggiore consapevolezza alimentare attraverso l’esperienza diretta e l’influenza positiva del gruppo classe.
Flessibilità dei bambini e supporto normativo
L’implementazione del nuovo sistema conta sulla naturale adattabilità dei bambini ai cambiamenti, particolarmente efficace nell’ambiente educativo della mensa. Come osservato dall’assessora Casara, “i bambini sono molto più flessibili e adattabili degli adulti” e nell’ambito scolastico “accolgono bene le nuove proposte”, spesso assaggiando alimenti che a casa rifiutano grazie all’influenza dei compagni. Il progetto si inserisce in un quadro normativo già rinnovato: durante l’anno scolastico corrente la Regione ha introdotto una limitazione delle porzioni “in bianco”, consentendole esclusivamente in presenza di prescrizione medica.
Combattere obesità infantile e spreco alimentare
L’inversione dell’ordine dei piatti risponde a precise evidenze epidemiologiche che hanno documentato un consumo insufficiente di frutta e verdura tra i bambini, naturalmente più attratti da pasta e cereali. In Italia, 7 bambini di 8-9 anni su 10 hanno un peso nella norma, 2 sono sovrappeso e 1 è obeso, con situazioni particolarmente critiche nelle regioni meridionali dove in Campania “4 bambini su 10 sono già in grave eccesso ponderale”.
L’obesità infantile rappresenta una problematica crescente che colloca l’Italia al quarto posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità nella fascia 7-9 anni, con tassi appena sotto il 40%. La strategia adottata mira a stimolare la curiosità verso alimenti meno graditi ai piccoli, promuovendo simultaneamente la riduzione dello spreco alimentare attraverso il controllo dei picchi glicemici e lo sviluppo di una maggiore consapevolezza alimentare.
I benefici scientifici dell’inversione alimentare
Consumare le verdure prima dei carboidrati presenta vantaggi scientifici comprovati: aiuta a controllare i picchi glicemici sia a breve che a lungo termine, determinando una “significativa diminuzione dei livelli di glucosio post-prandiale” ogni volta che i pazienti mangiano verdure prima dei carboidrati. L’alto contenuto di fibre e acqua presente nelle verdure contribuisce a una maggiore sazietà e al controllo delle porzioni durante il pasto, prevenendo il consumo eccessivo di cibi meno sani.
Le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute raccomandano espressamente di “incentivare il consumo di ortaggi (verdura), meglio se freschi, proponendoli sia come contorno, sia come ingredienti all’interno di primi e secondi piatti, crudi e/o da sgranocchiare come entrée o tra le due portate principali”. Tale strategia alimentare favorisce anche un migliore assorbimento delle sostanze nutritive e rappresenta un vantaggio cruciale per evitare stati infiammatori e tenere sotto controllo il peso corporeo.
Vista l’urgenza del problema – oltre il 50% dei bambini obesi diventeranno adulti obesi – questa innovazione potrebbe essere replicata in altri contesti scolastici regionali per contrastare quella che l’OMS ha definito “una delle maggiori emergenze sanitarie globali”.
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