Veneto

a fine giugno 51 vittime

morti sul lavoro in veneto
Incidenze degli infortuni mortali sulla popolazione occupata nella regione Veneto (fonte Osservatorio Vega)

Purtroppo la cosa non stupisce, considerando le continue notizie drammatiche che la cronaca continua a riportare (l’ultima in ordine di tempo, la tragedia di Santa Maria di Sala costata la vita a due operai): il 2025 è un anno da incubo per quel che riguarda i morti sul lavoro in Veneto. Nei primi sei mesi dell’anno si registrano 51 morti sul lavoro, quasi il doppio rispetto al primo semestre del 2024 (28 decessi). La regione è seconda solo alla Lombardia per numero di decessi, e si trova in zona arancione per incidenza di mortalità superiore alla media nazionale, con due province, Vicenza e Rovigo, in zona rossa, ovvero con un’incidenza che supera quella nazionale di oltre il 25%.

Un bilancio inaccettabile, lo definisce il presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre Mauro Rossato, che esprime grande preoccupazione per la situazione della regione: “51 decessi, +82% rispetto al 2024, e nel frattempo se ne sono aggiunte altre, tra le quali le ultime due vittime probabilmente decedute per le esalazioni durante un intervento di bonifica in una fossa biologica”. Una tragedia, sottolinea Rossato, che si sarebbe potuta evitare, investendo di più sulla prevenzione: “Nonostante la recente approvazione del nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione sulla sicurezza, gli investimenti in questo ambito restano insufficienti. La formazione viene trascurata: servono campagne di sensibilizzazione e maggiori controlli”.

Dal punto di vista statistico, il Veneto si conferma in zona arancione come per tutta la parte iniziale dell’anno (escluso il mese di marzo in zona gialla) ma soprattutto con un dato preoccupante, l’aumento delle morti in occasione di lavoro, che rispetto al 2024 sono più che raddoppiate.

In Veneto 16,1 morti per milione di occupati; la media nazionale è 15,1

Come ogni mese l’Osservatorio Vega traccia una mappa della situazione per individuare le aree più fragili dell’Italia e all’interno delle diverse regioni sul fronte della sicurezza sul lavoro, contrassegnando regioni e province con i colori bianco, giallo, arancione e rosso a seconda se l’incidenza di mortalità è molto inferiore, inferiore, superiore o molto superiore alla media nazionale. Lo scorso anno il Veneto è quasi sempre stato in zona bianca, cioè una delle regioni più sicure dove lavorare, quest’anno invece i numeri raccontano una situazione decisamente complessa. Il rischio di infortunio mortale a giugno in Veneto (16,1 morti per milione di occupati) risulta superiore alla media del Paese, pari a 15,1. Addirittura, Vicenza si colloca in zona rossa (con un indice di 20,5) insieme a Rovigo (20,0); in zona arancione si trovano Padova (18,0), Venezia (16,3) e Verona (16,1), in zona gialla Treviso (12,5) e solo Belluno è in zona bianca non avendo registrato vittime.

I decessi rilevati nei primi sei mesi del 2025 sono 51: 36 in occasione di lavoro (19 in più dello scorso anno) e 15 in itinere (4 in più del 2024). A Verona la maglia nera per numero di vittime totali (13), seguita da Padova (11), Vicenza (10), Treviso (8), Venezia (7) e Rovigo (2). Vicenza e Padova guidano la classifica delle vittime in occasione di lavoro (8). Seguite da Verona (7), Venezia (6), Treviso (5) e Rovigo (2).

Aumentano anche gli infortuni

Anche le denunce di infortunio totali sono aumentate nel primo semestre 2025 rispetto al 2024: erano 35.728 e ora sono 36.202. È la provincia di Padova a far rilevare il maggior numero di denunce totali (7.201), seguita da Verona (7.148), Vicenza (6.761), Treviso (6.501), Venezia (6.085), Belluno (1.421) e Rovigo (1.085). Le denunce riguardano molto più gli uomini, 23.822, delle donne, 12.380. Tra le vittime gli uomini sono ancora più nettamente la maggioranza: le donne che hanno perso la vita sono 4, 2 in occasione di lavoro e 2 in itinere. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 9.185 e, di queste, sono 7.747 quelle registrate in occasione di lavoro. Sono 21 i lavoratori stranieri deceduti (su un totale di 51), 14 dei quali in occasione di lavoro.

Quanto al settore più colpito, sono sempre le Attività Manifatturiere in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (6.352), seguite da Costruzioni (2.192), Commercio (1.915), Trasporti e Magazzinaggio (1.704) e Sanità (1.641).


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