a Chieti e provincia l’affluenza si aggira intorno al 32%
Il quorum non è stato raggiunto, il referendum è fallito. L’8 e 9 giugno 2025 si sono svolti in tutta Italia cinque referendum popolari che hanno chiamato gli elettori a esprimersi su temi di grande rilevanza sociale e politica.
In Abruzzo, la percentuale di votanti ha toccato percentuali che non hanno raggiunto il 30%.
A Chieti e provincia, in particolare, i risultati sono stati i seguenti:
-Reintegro licenziamenti illegittimi: 31,74%
-Limiti ai licenziamenti e indennità: 31,73%
-Tutela contratti a termine: 31,73%
-Responsabilità infortuni sul lavoro: 31,74%
-Cittadinanza italiana: 31,71%
Le percentuali di voto si mantengono tutte appena al di sotto del 32%, un dato molto simile per tutti e cinque i referendum.
“Ci ho messo la faccia, l’anima e il cuore e voglio rivendicare il risultato soprattutto per quei tantissimi giovani che sono andati a votare e per la tanta gente che personalmente ho mobilitato”. Lo scrive il consigliere regionale Pd, Pierpaolo Pietrucci, commentando l’esito quasi certo del referendum, a scrutinio ancora in corso. “Sì proprio i giovani e le nuove generazioni hanno un livello di precarietà in Italia che non ha nessun altro in Europa – scrive Pietrucci – Perché c’è una crisi del lavoro, una crisi della precarietà che colpisce le nuove generazioni che non ha precedenti nel nostro paese. Le persone che lavorano hanno bisogni a cui non vengono in alcun modo date risposte. Aumentano le morti, lo sfruttamento e la precarietà sul lavoro e i salari restano da anni inchiodati”. “Questo grandissimo numero di persone che è andato a votare ha condiviso e sostenuto 4 dei 5 referendum. – sottolinea il consigliere – Questo grande popolo che è venuto a votare merita grande rispetto e ascolto. In Italia alle politiche ha votato il 50% e la Meloni governa perché la destra è stata votata da 12 mln di persone. Alle elezioni Europee di un anno fa, ha votato il 40%. Alle Regionali nel Lazio e in Lombardia il 34 e il 38%. Nel nostro Paese c’è una crisi di partecipazione democratica senza precedenti. Portare a votare 15 mln di persone (a cui va aggiunto il voto degli Italiani all’estero che sono tantissimi), cioè oltre il 30% degli aventi diritto, ma che è più della metà di quelli che votano generalmente in Italia, in un weekend estivo, con una grande difficoltà ad avere spazio pubblico sui media che hanno oscurato i referendum, a scuole chiuse, è un fatto politico di partecipazione straordinario che merita di essere meritoriamente esaltato e rivendicato con fierezza e orgoglio”. “L’obiettivo era raggiungere il quorum per cambiare le Leggi. Non lo abbiamo raggiunto – ammette Pietrucci – Però i dati dicono che sono più di 15 mln di persone che hanno votato e rappresentano un punto di partenza perché i temi di questo referendum restano sul tavolo in termini di riduzione della precarietà, in termini della sicurezza sul lavoro, di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori contro i licenziamenti. È necessario quindi proseguire, proprio per il grande consenso ricevuto, con impegno maggiore e mobilitazione attraverso tutti gli strumenti che offre la democrazia, per le strade, nelle piazze, nei bar e in tutte le sedi. La strada tracciata da questo referendum è quella buona e noi la dobbiamo perseguire. Lo dobbiamo alle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Lo dobbiamo alle nuove generazioni a cui dobbiamo dare voce che a diversità di tanti di noi vivono disagio e spesso sono costretti a scappare dall’Italia”. “Il goffo tentativo dei qualunquisti basici leoni da tastiera di destra sui social (sembrano dei tifosi di calcio, ma la politica è una cosa seria e complessa che merita ben altro approccio) e le letture diverse che danno i rappresentanti della destra è il segno che non si è capito cosa sta accadendo nel nostro Paese. È indispensabile domani più di oggi rimettere al centro della politica il lavoro, le politiche pubbliche, e correggere le scelte sbagliate degli anni passati”, conclude Pierpaolo Pietrucci.
“Il referendum promosso dalla sinistra si è rivelato un fallimento totale, un segnale chiaro della distanza ormai siderale tra le loro battaglie ideologiche e la realtà del Paese – commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Massimo Verrecchia -. Se il loro obiettivo era dare un messaggio al Governo, avrebbero potuto evitare di far spendere milioni di euro ai cittadini per un’iniziativa che fin dall’inizio appariva priva di sostanza e destinata a naufragare. La sinistra ha amministrato per anni questo Paese, con risultati che i cittadini ricordano bene e che oggi li spingono a premiare, invece, il governo Meloni e la sua azione politica concreta. Questo referendum si è trasformato in un’operazione tutta interna alla sinistra, senza alcuna incidenza reale sul panorama istituzionale, dimostrando l’assoluta inconsistenza della loro proposta. E la sinistra abruzzese, che spesso critica l’utilizzo da parte nostra di fondi per sport, sociale, cultura e sviluppo, cosa dice oggi dello sperpero di risorse per un referendum inutile? Non è forse questa una scelta di totale irresponsabilità, uno spreco di denaro pubblico senza alcun beneficio per i cittadini? Fratelli d’Italia continua a lavorare per risposte concrete e investimenti mirati, mentre la sinistra si avvita su se stessa in operazioni fallimentari che non hanno alcuna credibilità. Il Paese ha parlato chiaramente e il risultato di questo referendum certifica la loro crisi politica”.
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