Emilia Romagna

A Bologna si celebra il ‘funerale’ dei medici di base


Durante la mattina di mercoledì 5 novembre, nei pressi della sede della Regione Emilia-Romagna, c’è stato un presidio dei medici di base, oggi in sciopero nazionale. Organizzato dal sindacato medico Snami, medici di base di tutta la regione si sono ritrovati per protestare contro i carichi di lavoro sempre più grandi e per contrastare l’emorragia di giovani medici.

Il rischio per Roberto Pieralli, presidente regionale dello Snami, è quello di “una desirtificazione della medicina generale. I carichi sono “insostenibili” e “portano addirittura ad abbandoni dei corsi da parte dei giovani, che fanno altre scelte”. L’idea per il flash mob di viale Aldo Moro è stato quello di un funerale con tanto di epigrafi.

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“Chiaramente questo sciopero creerà dei disagi ovunque, ma bisogna capire cosa potrà succedere quando la figura del medico di medicina generale verrà di fatto eradicato dal sistema per come adesso”, afferma il numero due regionale dello Snami Pietro Pesaresi, medico di base a Rimini. Il medico di base, dice ancora Pesaresi, era “l’unico soggetto ad essere libero, indipendente, aveva il suo paziente come unico vero referente e non è assoggettato ai burocrati della regione e del sistema sanitario pubblico. Purtroppo quello che si sta cercando di fare è di assoggettare i medici fin dalle nuove generazioni”. Il rischio, quindi, è che i dottori diventino sempre più dipendenti dalle aziende sanitarie e sempre meno professionisti autonomi.

La richiesta del sindacato è quello di rivedere la legge Balduzzi, oppure “il ritorno alla modalità precedente che prevedeva che il medico potesse scegliere o di avere lo studio coi pazienti o di svolgere le ore di continuità assistenziale”. Per ottenere l’obiettivo questo servirebbe una mano anche dall’Emilia-Romagna. La Regione, sono ancora parole di Pieralli, “anche in sede di Conferenza Stato-Regioni deve ascoltare le organizzazioni dei professionisti per trovare delle soluzioni. Tutte le istituzioni dal governo in giù devono prendere consapevolezza di questo problema” conclude. Lo riporta l’agenzia Dire.

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