“A Bologna con valigie piene di soldi, poi la stoccata a Nordio
La mafia non è più solo un problema del Sud. Lo ha ribadito oggi a Bologna, durante “We Make Future”, fiera e festival su intelligenza artificiale, tecnologia e innovazione digitale. Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha evidenziato come le organizzazioni criminali siano ormai ben radicate anche al Nord Italia, comprese regioni come l’Emilia-Romagna.
“Il rapporto tra mafia e politica è ancora forte – ha spiegato – soprattutto dove ci sono famiglie strutturate. Qui, come in Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte e nella provincia di Verona, le mafie sono attive e influenti. Vengono a Bologna con valigie piene di soldi per comprare tutto ciò che è in vendita. E finchè c’è chi compra la cocaina, quella è la benzina”.
Registrati alla nuova sezione Dossier BolognaToday
Secondo il magistrato, la criminalità organizzata al Nord collabora con imprenditori disonesti che hanno contribuito a gravi danni ambientali e sanitari nel casertano, pagando per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici: “In molte famiglie di quella zona – ha detto – ci sono casi di tumore, un peso che grava anche sulle coscienze di chi, al Nord, ha approfittato di queste pratiche”.
Gratteri ha sottolineato come la mafia sopravviva grazie al consenso sociale: “Le mafie esistono perché le riconosciamo, le salutiamo e facciamo a gara a offrirgli il caffè”. Queste organizzazioni, ha osservato, non fanno più stragi ma puntano a controllare il voto, influenzando la politica per mantenere i loro interessi.
Dark web e intelligenza artificiale, le nuove frontiere
Particolarmente allarmante è l’uso sempre più sofisticato della tecnologia da parte delle mafie: “La camorra usa il dark web per acquistare droga e hackerare dati – ha rivelato – e si sta interessando all’intelligenza artificiale per coperture e spostamenti”.
Il procuratore ha anche lanciato una stoccata al ministro della Giustizia Nordio, criticando il ritorno ai metodi tradizionali come i pedinamenti, perché si spende troppo in intercettazioni: “Quando è nato Facebook, la prima mafia che l’ha usato per comunicare e farsi pubblicità sono stati i cartelli messicani. In Italia la prima è stata la camorra, con lo stesso metodo dei messicani. Poi i giovani si sono spostati su Tik Tok, e le mafie anche. Per essere performanti e aumentare i profitti, le mafie hanno bisogno di pubblicità. E quindi si comportano come le imprese, seguono i giovani”. Lo riferisce la Dire.
Source link