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Ue tra fermezza e dialogo sull’Ucraina: nuovo slancio nei negoziati

BRUXELLES – In un contesto drammaticamente mutevole, i Ventisette hanno rinnovato ieri il loro sostegno all’Ucraina, mentre il paese sta negoziando un possibile piano di pace con Washington e Mosca, a quasi quattro anni dall’invasione russa. Sul tavolo c’è il futuro di Kiev, nonché della sicurezza europea. Dalla loro, i paesi membri hanno tre leve: le sanzioni contro il Cremlino, le prospettive di allargamento, gli attivi russi immobilizzati al momento dello scoppio del conflitto.

«L’Unione Europea si impegna a continuare a fornire al presidente Volodymyr Zelensky tutto il sostegno di cui ha bisogno: sostegno diplomatico, militare ed economico», ha detto ieri in un punto di stampa il presidente del Consiglio europeo António Costa, dopo aver presieduto una riunione straordinaria del Consiglio europeo a margine del vertice Unione europea-Unione africana a Luana (Angola). «C’è un nuovo slancio nei negoziati di pace».

Dello stesso tenore le dichiarazioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «C’è ancora del lavoro da fare, ma abbiamo una solida base su cui costruire». Da due giorni rappresentanti ucraini, americani ed europei sono riuniti a Ginevra per discutere il piano di pace americano di 28 punti fatto circolare la settimana scorsa. In una dichiarazione congiunta, gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno definito i colloqui «costruttivi, mirati e rispettosi».

Il vertice europeo di ieri ha mostrato «unità» tra i Ventisette, ha affermato la signora von der Leyen. Unità che diplomatici qui a Bruxelles hanno sostanzialmente confermato. Ha poi aggiunto la presidente dell’esecutivo comunitario: «Il territorio e la sovranità dell’Ucraina devono essere rispettati. Solo l’Ucraina, in quanto paese sovrano, può prendere decisioni riguardanti le proprie forze armate: la scelta del proprio destino è nelle sue mani».

Vale la pena ricostruire gli sviluppi degli ultimi giorni. Il piano americano inizia a circolare martedì. Rapidamente si instaurano colloqui tra Washington e Kiev. Nel frattempo, Bruxelles prende posizione fin da venerdì mattina, lasciando intendere che il piano è inaccettabile agli occhi degli europei. A fine giornata, in un discorso televisivo, il presidente Zelensky apre la porta a un negoziato, apparendo assai più possibilista dell’Unione europea.


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