Sanità, è scontro sull’emendamento. I sindacati in Calabria: «Rischio fuga dei medici»
Ombre inquiete tornano ad agitarsi nel mondo della sanità. Una maledizione per i “camici bianchi”. Erano stati celebrati come eroi, fotografati con gli occhi stanchi e i volti stremati, osservati mentre sfidavano il virus a mani nude dentro quelle stanze svuotate dal terrore. In quei giorni erano angeli, gli angeli del Covid, l’ultima frontiera che restava tra la speranza di sopravvivere al nemico e la disperazione di non farcela. Oggi, quegli stessi “eroi” si risvegliano in un clima di sospetto, travolti da una proposta che ribalta il sistema di responsabilità e riapre una ferita mai davvero rimarginata.
L’emendamento di Noi Moderati alla manovra 2026 vorrebbe far ricadere in via primaria sul medico la responsabilità civile per eventuali danni al paziente. Una rivoluzione al contrario, contestata con durezza dal Ministero della Salute, che ha già annunciato parere contrario, ricordando che l’impianto vigente, rafforzato dalla recente norma sulla colpa grave voluta proprio dal Governo, rappresenta un equilibrio non solo normativo, ma anche culturale. Ma la polemica politica è solo lo sfondo perché al centro ci sono uomini e donne che ogni giorno tengono in piedi reparti già provati da anni di tagli, carenze di organico e pressioni crescenti. E senza lo scudo penale si rischierebbe una fuga in massa dagli ospedali calabresi.
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