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Dalla Bei un milione di euro per l’inclusione nei Paesi del “vicinato” Ue

Parte con l’obiettivo di finanziare almeno cinque progetti pilota la GESI, una struttura di assistenza tecnica per la parità di genere e l’inclusione sociale nei paesi del cosiddetto Partenariato orientale (Ucraina, Moldavia, Georgia e Armenia) e quelli del Vicinato Meridionale (Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania) promossa dalla Banca europea per gli investimenti e dalla Fondazione europea per la formazione (ETF). Finanziata con un milione di euro per tre anni da due fondi gestiti dalla Bei, la GESI (che sta per Gender and Social Inclusion) ha l’obiettivo di aiutare i beneficiari degli investimenti Bei a integrare inclusione, parità di genere e sviluppo delle competenze nei propri progetti in modo che gli investimenti producano benefici concreti per donne, giovani e altri gruppi sociali vulnerabili. I soggetti coinvolti saranno soprattutto i ministeri, le agenzie pubbliche e le aziende di proprietà degli Stati membri della Ue, attori istituzionali che gestiscono e realizzano i principali investimenti pubblici nei paesi partner destinatari. L’Italia è direttamente interessata all’iniziativa perché coinvolge paesi destinatari del Piano Mattei come Tunisia ed Egitto e guarda ai Balcani occidentali che restano una priorità economica e strategica del governo. I primi interventi di assistenza tecnica saranno definiti nei prossimi mesi.

L’agenzia europea ETF, nata nel 1994 per sostenere le riforme dei paesi dell’allargamento nell’istruzione e nella formazione, avrà il compito di analizzare il potenziale di sviluppo delle competenze legato agli investimenti, fornire formazione e assistenza tecnica ai beneficiari e sostenere lo sviluppo delle capacità istituzionali locali. Il nuovo strumento si concentrerà su alcuni settori chiave con un forte potenziale di impatto sociale: energia, trasporti, agricoltura e transizione verde, tutti settori in cui è forte la presenza di aziende italiane nelle aree interessate. In prospettiva, inoltre, la formazione di lavoratori nei paesi vicini può portare benefici anche per le imprese che operano in Italia e che hanno sempre più necessità di risorse umane giovani e formate. «Grazie all’approfondita conoscenza dei sistemi di istruzione nei paesi limitrofi all’Unione europea, l’ETF contribuirà a garantire che ogni progetto finanziato dalla Bei generi opportunità concrete per donne, giovani e gruppi vulnerabili» ha affermato Pilvi Torsti, direttrice della fondazione. «È un passo importante per costruire economie più resilienti, giuste e capaci di offrire prospettive reali alle persone».

La direttrice di ETF, Pilvi Torsti (a sinistra) insieme alla vicepresidente della Commissione europea Roxana Mînzatu,

Il lancio del nuovo strumento europeo per la costruzione di buoni rapporti con i paesi vicini sarà ufficializzato mercoledì 26 novembre a Torino, dove ha sede ETF, in occasione della seconda tappa del dialogo europeo su competenze e competitività.


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