Carlo Conti al Vanity Fair Stories: «Sanremo 2026? Dedicato a Pippo Baudo. E, dopo di me, il Festival a Stefano De Martino o a Fiorella Mannoia»
Eccolo Carlo Conti, che, dopo Big Mama, sale sul palco del Vanity Fair Stories con il direttore Simone Marchetti.
Pacato ed elegante come al solito, parte riicordando Ornella Vanoni, «una delle artiste più straordinarie di sempre. Era unica. Ricordo ancora quando, durante un mio Festival, Virginia Raffaele fece la sua imitazione. Ma proprio per rispettare questa sua scomparsa e questo triste evento cvhe ha colpito la musica italiana, anziché fare l’annuncio domani, rimanderò le comunicazioni sul Festival a settimana prossima».
Poi, ricordando la leggerezza e l’ironia di Ornella Vanoni, racconta anche della sua voglia di divertirsi: «Io da buon fiorentino prendo poco le cose sul serio. Il mio manifesto è Amici Miei. Mi piace scherzare su tutto e su tutti. Credo che sia una questione anche di carattere».
E questa sua attitudine l’ha portato lontano, anche se oggi, conduttore e direttore artistico del Festival, continua a divertirsi e racconta della sua chat con gli amici di sempre, con Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello e Massimo Ceccherini, con cui girano commenti irriverenti: «Scherziamo davvero su tutto. Penso che se nel mondo ci fosse più leggerezza andrebbe tutto meglio».
Poi è arrivato il tema caldo, quello di Sanremo, di cui può e non può dire: dice per esempio che per Sanremo Giovani sono arrivati 524 brani da selezionare e che per questo Sanremo, come al solito vorrebbe creare un patchwork fatto di tanti sapori: «Ora come ora la musica italiana è fortissima e ci propone tantissimi cantanti, con grandi successi. Molte delle canzoni dello scorso anno mi hanno dato delle grandi emozioni, come quella di Simone Cristicchi: è una canzone commovente, con un grande significato, che ricorda di quando diventi genitore dei tuoi genitori».
Per la prossima edizione 2026, può ancora dire poco: «Ma sarà doveroso dedicare tutto il festival a Pippo Baudo, un maestro per tutti noi. Ci saranno una trentina di canzoni e il DopoFestival sarà in mano a Nicola Savino». E chi condurrà il Festival dopo di lui? «Mi piacerebbe Stefano De Martino, Marco Liorni, magari anche Ale Cattalen e Gianluca Gazzoli. Ma dovrebbero entrare anche delle donne: penso a Mara Venier, a Milly Carlucci, a Silvia Toffanin o a Fiorella Mannoia. Perché un conto è copndurre e un conto è fare la direzione artistica»
Ma, dopo tanta musica italiana, ammette che la sua colonna sonora sono i Pink Floyd: «Ogni tanto ho bisogno di ascoltare Wish you where here e Shine On You Crazy Diamond. Ma la canzone mia e di mia moglie è forse Viva la vida dei Coldplay».
Parla un po’ di sua moglie, Francesca Vaccaro, e di suo figlio Matteo, che lui : «Per me la famiglia è un punto importante, e dopo un periodo da single e Don Giovanni, ho sentito il bisogno di costruire una mia famiglia».
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