Liguria

Ex Ilva, a Cornigliano blocco stradale a oltranza: “Non ce ne andiamo finché non si apre un tavolo”

Genova. “Non ce ne andiamo di qui finché non si apre un tavolo su Genova. Lo deve convocare chi governa il Paese, la città e la regione. Qui si perdono mille posti di lavoro, credo sia sufficiente come ragione”. Sono le parole di Armando Palombo, storico esponente della Fiom e portavoce dei lavoratori dell’ex Ilva di Genova, che confermano il blocco a oltranza della viabilità di Cornigliano, con l’intenzione di passare la notte in strada.

Oggi, dopo l’assemblea convocata in occasione dello sciopero nazionale di 24 ore, i dipendenti dell’acciaieria sono usciti in corteo coi mezzi della fabbrica e hanno deciso di fermarsi in mezzo alla strada finché non avranno risposte. Nel frattempo lo stabilimento resta occupato.

Se chiudono le cokerie Taranto va a bagno, e io non voglio che Genova vada a bagno con Taranto – sottolinea Palombo -. Aspettiamo una chiamata, al momento non c’è niente di niente. Eppure l’annuncio ieri è stato chiarissimo. Abbiamo chiesto una solidarietà vera, non un comunicato. Che vengano sospese le sedute comunali e regionali e si apra un tavolo per salvare questi mille posti di lavoro”.

Sciopero ex Ilva il 19 novembre 2025 dopo la rottura col governo

Bucci incontra i lavoratori: “La fabbrica non deve chiudere”

Nel frattempo, a fine mattinata è arrivato a Cornigliano il presidente della Regione Marco Bucci che ha incontrato i lavoratori. “La situazione non va bene, non è accettabile, per cui stiamo tutti lavorando – ha detto prendendo la parola di fronte a sindacalisti e dipendenti dell’ex Ilva -. Il problema, come sapete, non è a Genova ma a Taranto, però noi siamo collegati, quindi o facciamo funzionare il collegamento oppure troviamo un altro collegamento, non c’è altra scelta. Se a Taranto non si vogliono fare certe cose, noi dobbiamo avere qualcuno che ci fa i coils o ce li facciamo noi. Siamo assolutamente determinati a far sì che Genova vada avanti, perché dell’acciaio c’è bisogno e perché la latta che si fa qui da noi è veramente di alta qualità”.

Bucci non ha escluso lo “spezzatino” o la nazionalizzazione. E ha benedetto la lotta in difesa dell’acciaio: “Capisco la vostra protesta, penso che tutta la città sia vicina a voi, anzi ne sono sicuro“.

 

Salis: “Estremamente preoccupata per lo stallo totale”

In serata è previsto anche l’arrivo della sindaca di Genova Silvia Salis che intanto ha inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, e per conoscenza alla prefetta di Genova, Cinzia Teresa Torraco, chiedendo con urgenza la convocazione di un tavolo sulla vertenza ex Ilva e sul futuro dello stabilimento di Cornigliano e dei suoi lavoratori, alla presenza delle organizzazioni sindacali.

In mattinata la prima cittadina ha parlato attraverso un comunicato stampa: “Sono estremamente preoccupata per lo stallo totale che si sta verificando sulla vertenza ex Ilva, con un migliaio di lavoratori e di famiglie genovesi che rischiano seriamente di perdere salario e impiego e una città e un Paese che rischiano di perdere uno dei principali asset di sviluppo economico e industriale. Il governo ha fallito troppe volte nella ricerca di una soluzione efficace per il futuro dell’azienda, dei lavoratori e dell’industria di questa città e di questo Paese. Il momento delle risposte è già arrivato da tempo e non è più procrastinabile”.

Poi rivendica il sì al forno elettrico nei giorni in cui si parlava concretamente di un piano di salvataggio per l’ex Ilva: “Questa amministrazione, fin dai primi giorni del suo insediamento, non si è tirata indietro e ha assunto una posizione decisa, non senza criticità dal punto di vista politico, ma pensando al futuro con un atto di estrema responsabilità nei confronti dei lavoratori e dello sviluppo industriale ed economico della città. Ma gli annunci del governo sono stati ancora una volta disattesi: ora è il tempo delle risposte“. Salis conclude ribadendo “totale vicinanza ai lavoratori e di Genova e di tutti gli stabilimenti. Siamo pronti a richiamare nuovamente il governo alle sue responsabilità in tutte le sedi istituzionali e politiche. Infine, da sindaca non posso non appellarmi ai lavoratori affinché le comprensibili azioni di protesta restino nell’alveo del rispetto del resto della cittadinanza“.

Blocco a oltranza con gazebo e tende, disagi al traffico

A Cornigliano i lavoratori hanno montato un gazebo e una tenda, nonostante le temperature in calo e il maltempo in arrivo: “Ci prepariamo a dormire qui“.

Il sit-in insiste all’incrocio tra via Siffredi, la strada Guido Rossa (completamente chiusa e presidiata da alcuni mezzi da lavoro) e via Cornigliano, un punto nevralgico per la viabilità genovese con inevitabili ripercussioni a cascata. Gli unici modi di aggirare il blocco sono l’autostrada A10 o la ferrovia, dato che le altre direttrici litoranee sono interrotte. In serata città pressoché paralizzata.

Sciopero ex Ilva il 19 novembre 2025 dopo la rottura col governo

L’associazione Music for Peace ha portato un fornello da campo per garantire pasti caldi per i manifestanti. Intanto i lavoratori si sono organizzati con falò, sacchi a pelo, focaccia, salsicce, bevande e generi di conforto.

L’azienda: “Nessun aumento della cassa integrazione”

Nel frattempo non si è concretizzato alcun piano di rilancio, sebbene il ministero delle Imprese continui a parlare di interlocutori interessati all’acquisizione degli impianti. In una nota Acciaierie d’Italia ribadisce che, a differenza di quanto era emerso la settimana scorsa, “non è previsto alcun aumento del numero dei lavoratori in cassa integrazione rispetto alle attuali 4.450 unità” e che ogni altra ricostruzione “è priva di fondamento”. Al posto della cassa integrazione ci saranno “93mila ore di formazione e riqualificazione in concomitanza con gli interventi di manutenzione programmati sugli impianti”.

Ma il cosiddetto “ciclo corto” prospettato dai commissari, a dire dei sindacati, porterebbe alla progressiva chiusura dell’intero complesso ex Ilva. Torna d’attualità il tema dello spezzatino, con un possibile destino indipendente per lo stabilimento di Genova, dove la lavorazione a freddo potrebbe continuare a patto che arrivi la materia prima. “Quello che so è che a Genova e a Novi basta che arrivino dei rotoli e noi li lavoriamo – ribadisce Palombo -. C’è il mercato, c’è la professionalità, perché qua stiamo tenendo in piedi gli impianti grazie ai lavoratori: vale per il ciclo latta e per il ciclo zincato. A noi serve che arrivi il rotolo, non importa da dove”.

traffico in tilt aeroporto ponente

I parlamentari liguri del Pd: “Il ministro Urso riferisca con urgenza in aula”

C’è una totale assenza di strategia e chiarezza da parte del Governo. La scelta dell’esecutivo di presentarsi ai tavoli di confronto con i lavoratori senza un piano definito è grave e irresponsabile. Configura un vuoto politico che ha un impatto diretto su migliaia di famiglie. Le decisioni emerse dagli incontri a Palazzo Chigi, in particolare l’incremento della cassa integrazione, il fermo degli impianti del Nord e l’orientamento verso il ciclo corto a Taranto, rappresentano un impatto significativo sulla siderurgia nazionale e manifestano un segnale negativo per le comunità coinvolte. La nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori liguri oggi in sciopero per difendere il loro lavoro e un pezzo importante dell’economia ligure e genovese, ma anche di tutto il Paese”. Così i parlamentari liguri del Pd Lorenzo Basso, Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino.

“Ad oggi non è stato presentato alcun piano di decarbonizzazione, non è stato identificato un acquirente, non sono state stanziate risorse specifiche e, soprattutto, non è stato delineato un futuro certo per i lavoratori a partire dal 1° marzo. Per questo è indispensabile che il ministro Urso riferisca senza indugi in aula. Un settore strategico come la siderurgia non può essere gestito con improvvisazione e attraverso annunci privi di sostanza. Il Governo è chiamato alle proprie responsabilità: la tutela dell’occupazione e dell’industria non può essere compromessa da scelte politiche inadeguate”, sottolineano e concludono.

“Come Pd Liguria e gruppo Pd in Regione esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori dell’ex Ilva che, dopo la manifestazione di oggi, questa sera dormiranno in strada per difendere la fabbrica. Le istituzioni a tutti i livelli devono garantire e tutelare i lavoratori. Chiediamo urgentemente al Governo un confronto e un piano dettagliato sul polo siderurgico del Nord Italia, che deve comprendere sia Genova Cornigliano che Novi Ligure; il fallimento generale della politica industriale del Governo non può trascinare nel baratro anche questi due impianti strategici. Come Partito Democratico metteremo in atto ogni azione possibile perché vengano date garanzie agli operai, vengano preservati i posti di lavoro e una prospettiva industriale per la Liguria e per l’Italia”, aggiungono i dem liguri.

Il M5s: “Dal Governo un piano di spegnimento, serve un tavolo urgente”

“Il Movimento 5 Stelle della Liguria esprime la massima solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’ex Ilva di Cornigliano. Il segnale lanciato al Governo è tragico oltre che chiarissimo: il futuro di Acciaierie d’Italia non può essere costruito sulla pelle di migliaia di famiglie. Sia immediatamente ritirato il piano che prevede l’aumento della cassa integrazione straordinaria fino a 6.000 lavoratori entro gennaio, con un progressivo spegnimento degli impianti e senza alcuna certezza sulla continuità produttiva. Questi numeri smascherano il Governo, impegnato in un piano di dismissione e certamente non in un progetto di rilancio”. Lo dichiarano i parlamentari del M5S, il deputato Roberto Traversi e il senatore Luca Pirondini con il capogruppo regionale Stefano Giordano.

Quello che il Governo chiama piano di transizione assomiglia molto a un piano di spegnimento – aggiungono i pentastellati –. Si continua a scaricare sui lavoratori il costo di anni di scelte sbagliate e rinvii, mentre per Cornigliano e per Genova non si vede uno straccio di prospettiva industriale. Così non si rilancia la siderurgia italiana. Anzi, la si accompagna verso il fine vita, con buona pace per il Made in Italy difeso evidentemente solo a parole dal ministro Urso”.

Il M5s condivide inoltre le preoccupazioni dei sindacati: “Senza un piano industriale chiaro e vincolante, l’aumento della cassa integrazione equivale a ignorare il destino di oltre un migliaio di posti di lavoro diretti, con gravi conseguenze per l’equilibrio del quartiere e della città”. “Serve un tavolo urgente che, con i parlamentari liguri e le forze politiche, coinvolga sia il Comune di Genova che la Regione Liguria: insieme possiamo e dobbiamo salvaguardare la tenuta occupazionale e il futuro industriale di Genova”, conclude il M5S.

Candia (Avs): “Lavoratori presi in giro dal governo”

“Il piano del governo per il rilancio dell’ex Ilva non era credibile e lo avevamo denunciato fin da subito. Era fondamentale investire nella transizione industriale quando l’economia ha iniziato a cambiare, invece si è perso tempo ad annunciare progetti irrealizzabili. I lavoratori si sentono presi in giro e la loro rabbia è assolutamente comprensibile. Sosterremo le iniziative a tutela dell’occupazione e chiediamo l’immediata apertura di un confronto per arrivare a una proposta sostenibile e concreta. Le istituzioni, a ogni livello, facciano la loro parte e ascoltino le richieste dei lavoratori”. Così Selena Candia, capogruppo regionale di Avs, accoglie l’appello dei lavoratori ex Ilva ed esprime vicinanza alla mobilitazione degli operai.

Piciocchi: “Dare un futuro allo stabilimento di Genova”

“Desidero esprimere la mia solidarietà ai lavoratori della ex Ilva in presidio. È necessario dare un futuro allo stabilimento di Genova e tutte le istituzioni devono fare la loro parte, senza antagonismi e in una logica costruttiva. Per questo motivo la prossima settima, anche a nome del mio gruppo, ho deciso di presentare un documento perché si possa affrontare una discussione seria sull’argomento in Consiglio comunale”. Così il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi.

Fratoianni (Avs): “Davvero preoccupati, il Governo deve prendersi le sue responsabilità”

“Siamo davvero preoccupati per quanto sta avvenendo per l’ex Ilva: il governo Meloni non ha un piano che sia in grado di indicare un futuro né per le migliaia di lavoratori interessati né per per le opere di ambientalizzazione né per le politiche industriali di un settore strategico per il Paese. Quello che sta accadendo in queste ore svela quanto le nostre critiche per tutti i passaggi compiuti fossero perfino troppo prudenti”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs parlando con i cronisti davanti a Montecitorio. “Occorre immaginare da subito un altro percorso,- conclude il leader di Sinistra Italiana -. Serve un protagonismo pubblico, lo diciamo da anni, e Palazzo Chigi deve prendersi le sue responsabilità”.




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