Mozione sullo “scranno” in Consiglio e insulti, il caso finisce in Prefettura

Un acceso scontro politico sta infiammando il Consiglio Comunale di San Cesario sul Panaro, innescato da una mozione provocatoria del gruppo “Centrodestra per la Rinascita” e dalle successive reazioni, che scaldato gli animi di maggioranza e opposizione
La controversia è nata dalla mozione protocollata dai consiglieri Mirco Zanoli e Lodovica Boni (Centrodestra per la Rinascita) in data 16 settembre scorso. La mozione, dal titolo eloquente “Lo scranno del Consigliere Luciano Rosi con la maggioranza di centrosinistra”, chiedeva di spostare fisicamente ila seduta del consigliere Rosi dai banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza. La motivazione era da ricercare nei “ripetuti voti in piena sintonia con la maggioranza di centrosinistra” da parte di Rosi.
Il Sindaco, Francesco Zuffi, ha reagito energicamente a tale atto. In una comunicazione inviata alla Prefettura in data 24 ottobre 2025, Zuffi ha rappresentato la “gravità dell’azione politica” posta in essere dai consiglieri di centrodestra. Il Sindaco ha ritenuto che la mozione fosse lesiva della libertà del Consigliere Rosi e che potesse condizionarne l’azione consiliare futura, affermando che il suo agire era corretto nel rispetto della legge e della dignità di ogni consigliere. Il centrodestra, dal canto suo, ha ribattuto che, rigettando la mozione, il Sindaco avrebbe compresso la loro libertà di azione e opinione politica.
La tensione è poi sfociata in un secondo episodio. Durante una riunione dei Capigruppo tenutasi il 23 ottobre, il Consigliere Luciano Rosi avrebbe esordito affermando ad alta voce che presentare una mozione come quella affissa in bacheca “è da dementi”. A seguito di questa affermazione, il Centrodestra per la Rinascita ha presentato un “esposto urgente” al Sindaco Zuffi e al Segretario Comunale, denunciando le affermazioni come “gravemente lesive della nostra onorabilità”. I consiglieri Zanoli e Boni hanno inoltre sottolineato come il Segretario Comunale avesse confermato, a loro domanda, di non avere mai udito insulti del genere durante la sua carriera.
Zuffi ha poi minimizzato l’accaduto, affermando che quanto successo “può qualificarsi come normale momento di confronto politico tra Consiglieri comunali”. Zuffi ha giustificato che la riunione, anche a causa dell’assenza di altri capigruppo, si sarebbe svolta in un “clima meno formale”, e che le espressioni di Rosi, “pur non formalmente idonee”, non avrebbero avuto altro intento se non quello di ribadire con fermezza la propria contrarietà alla proposta.
Questa posizione ha innescato la dura reazione del Centrodestra per la Rinascita: il gruppo ha denunciato l’inaccettabilità della risposta, ritenendo un “precedente gravissimo” che una mozione sia considerata un’azione grave da segnalare al Prefetto, mentre un insulto gratuito in una sede formale rappresenti un “normale momento di confronto politico”. Il gruppo ha infine annunciato che metterà in campo tutte le azioni necessarie per salvaguardare la propria onorabilità e libertà di azione politica.
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