Salute

Professioni sanitarie: valutazioni in corso per rinviare il vincolo di esclusività al 2026

Il vincolo di esclusività per i professionisti sanitari come infermieri e fisioterapisti dipendenti del Ssn potrebbe essere rinviato per un altro anno, fino al 31 dicembre 2026. Ne ha parlato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso del Question Time alla Camera, sottolineando che i dati attualmente raccolti non consentono di delineare un quadro omogeneo a livello nazionale. “Un’incompletezza – ha detto – che ci impone un po’ prudenza”.

Regioni indietro con l’invio dei dati

Il ministero ha richiesto alle Regioni e alle Province autonome di trasmettere, con cadenza trimestrale, i dati relativi alle istanze di autorizzazione per attività libero-professionali del comparto sanitario: numero di richieste pervenute, accolte e respinte, nonché l’adozione o meno del regolamento aziendale previsto. “Ma non tutte le Regioni – ha spiegato Schillaci – hanno fornito i dati richiesti e non tutte le aziende ed enti del Ssn hanno adottato il regolamento”. In base ai primi dati raccolti le autorizzazioni più frequenti concesse riguardano infermieri, fisioterapisti, dietisti, logopedisti, terapisti della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva e tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare.

Gli obiettivi della proroga

Per questi ritardi Schillaci sta valutando l’opportunità di avviare le iniziative necessarie per proporre una proroga del termine fissato dalla norma dal 31 dicembre 2025 a quello del 31 dicembre 2026. Due gli obiettivi: da una parte rispondere al crescente fabbisogno di prestazioni richieste dal sistema sanitario, e dall’altra valorizzare il personale appartenente al comparto sanità, consentendo allo stesso di svolgere la propria attività, in linea con quanto già previsto per il personale della dirigenza medica, fuori dall’orario di servizio.

I ritardi della Campania sul Pnrr

Nel corso del Question Time il ministro della Salute ha risposto anche a un’interrogazione sui ritardi della Regione Campania nell’attuazione del Pnrr. Secondo l’ultimo report Agenas, non risulta attiva alcuna Casa di Comunità sulle 191 previste e risulta attivo un solo un Ospedale di Comunità su 61. “I dati del Report sul primo semestre 2025 sono corretti e, per la Regione Campania, evidenziano un ritardo grave che non possiamo nascondere né minimizzare”, ha precisato Schillaci, sottolineando che “non possiamo permetterci che risorse già stanziate rimangano sulla carta mentre i cittadini affollano i pronto soccorso perché manca alternativa sul territorio”. Il ministro è intervenuto anche sulla possibilità di esercitare i poteri sostitutivi. “La Regione Campania dichiara che le strutture sono realizzate dalle Asl come soggetti attuatori delegati – ha aggiunto -. Bene, ma questo non può essere un alibi. La Regione ha il dovere di coordinare, controllare, intervenire”. Sui poteri sostitutivi il ministro ha ricordato che “lo strumento esiste e, se necessario, verrà attivato. Al momento lavoriamo in stretto raccordo con la Regione Campania con l’obiettivo di accelerare e recuperare il tempo perso”.

Nessuna deriva privatistica

Un’ altra interrogazione ha chiamato il ministro a rispondere sulle iniziative di sostegno alle Regioni per l’abbattimento delle liste d’attesa e la piena erogazione dei Lea, al fine di evitare processi di privatizzazione della sanità pubblica. “Serve chiarezza quando si parla di deriva privatistica – ha detto Schillaci -. Il rapporto tra pubblico e privato in sanità deve essere inteso come un modello di integrazione virtuosa, non come mera contrapposizione. Il settore pubblico mantiene il ruolo centrale e di garanzia, mentre il privato accreditato opera in modo complementare, all’interno di un sistema regolato. L’obiettivo è assicurare ai cittadini accesso tempestivo, appropriato e universalistico alle prestazioni sanitarie”. Per il ministro, tuttavia, alcune cose sono da riordinare “ma il sistema, nonostante tutto, funziona. Un sistema che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone e che ci rende una delle nazioni più longeve al mondo e i 23.500 centenari italiani lo dimostrano ogni giorno. Chi ha responsabilità di governo non può permettersi il lusso della demagogia. Deve fare i conti con i bilanci reali – ha concluso – e non con quelli immaginari. E quando questi conti vengono fatti – come dimostrano i 7,4 miliardi di incremento sul 2026 – i risultati sono misurabili e verificabili. Il resto è solo rumore di fondo”.


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