Marche

15enne picchiata da un compagno e finisce in ospedale a Jesi

JESI Prima le urla durante la lezione di Scienze, poi gli insulti in classe e una volta fuori da scuola, gli spintoni a terra che le hanno fatto battere la testa. Solo per avergli detto «Hey, sta calmo» si sarebbe sentita zittire con epiteti pesanti e offensivi («sta zitta, putt…»). E non sarebbe la prima volte che viene insultata. E’ la stessa pessima qualifica usata per tutte le altre ragazze della classe da uno studente 16enne, straniero, che lunedì mattina ha perso le staffe, aggredendo una compagna di 15 anni e spintonandola a terra mandandola all’ospedale.

Il ricovero

Lei ora è ricoverata in Pediatria al “Carlo Urbani” per un trauma cranico commotivo, ne avrà per qualche giorno.

Il ragazzo che l’avrebbe spinta a terra, per ben due volte, afferrandola per i capelli e facendole battere la testa, è tornato a scuola come nulla fosse. L’increscioso episodio, su cui le istituzioni scolastiche saranno chiamate a far luce, è accaduto lunedì verso mezzogiorno e mezzo, davanti a un istituto superiore jesino. Le lezioni erano appena concluse e gli studenti stavano tornando a casa. Davanti alla scuola c’erano anche dei genitori venuti a prendere i figli.

A raccontare quanto accaduto sono proprio le mamme delle altre ragazze, che hanno assistito alla scena e sono intervenute in soccorso della 15enne, poi accompagnata all’ospedale. Le mamme, preoccupate, hanno raccontato che quella ragazza è stata afferrata di spalle, per i capelli, e spinta a terra dal compagno di classe con cui c’era stato un battibecco in aula.

Quando ha cercato di rialzarsi, è stata afferrata di nuovo «con più forza, perché non le aveva fatto male abbastanza» e scaraventata a terra: ha battuto la testa. I genitori degli altri ragazzi sono intervenuti subito, alcuni hanno attirato l’attenzione di una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Jesi che stava eseguendo dei controlli. I militari, richiamati dai genitori presenti, si sono avvicinati e si sono recati poi anche al Pronto soccorso. La vicenda è estremamente delicata e necessita di seri approfondimenti per capire se questi atteggiamenti violenti siano una reazione scomposta isolata o se, tra i banchi, serpeggino episodi di bullismo finora taciuti.




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