Lazio

+7,6% di occupati nel 2024

Nel Lazio si torna davvero alla terra. E questa volta non è una suggestione romantica, ma un dato concreto: l’agricoltura regionale cresce e crea lavoro come poche altre aree d’Italia.

Secondo gli ultimi numeri elaborati dall’Inps, nel 2024 gli operai agricoli dipendenti nel Lazio sono aumentati del 7,6% rispetto all’anno precedente.

Una crescita che piazza la regione al secondo posto nazionale dopo il Veneto, superando sia la media italiana (+2,4%) sia quella del Centro (+6,1%).

Un risultato che, per l’assessore regionale all’Agricoltura e Bilancio Giancarlo Righini, fotografa un settore “vivo, dinamico, capace di generare lavoro stabile anche in una fase di profonda riorganizzazione”.

È un segnale importante per le aree rurali e per l’intera economia del Laziosottolineama non basta. La sfida ora è favorire il ricambio generazionale, sostenere chi investe in qualità e tecnologie, e rafforzare le competenze di chi lavora nei campi”.

Righini rivendica anche la sinergia con il governo nazionale: “Sulla scia degli investimenti portati avanti dal governo Meloni, e in particolare dal ministro Lollobrigida, abbiamo scelto di accompagnare le aziende agricole nei processi di innovazione, supportarle nei momenti difficili e creare opportunità per i giovani che vogliono scommettere sull’agricoltura. I dati Inps ci dicono che siamo sulla strada giusta”.

Dello stesso avviso l’assessore regionale al Lavoro Giuseppe Schiboni, che legge questi numeri anche come il risultato di una battaglia di legalità: “Questa crescita dimostra l’efficacia delle politiche messe in campo dalla Regione. È la prova che stiamo valorizzando un settore chiave della nostra economia e, allo stesso tempo, contrastando il lavoro nero e il caporalato”.

Schiboni cita i progetti e gli strumenti attivati negli ultimi anni: il rafforzamento dei Centri per l’Impiego, l’iniziativa Soleil, i tavoli interistituzionali per prevenire lo sfruttamento.

Continueremo a investire nella formazione, nell’innovazione e nella qualità del lavoro: vogliamo un’agricoltura moderna, competitiva, ma soprattutto fondata sulla dignità dei lavoratori e delle imprese”.

In sintesi, un settore che sembrava destinato a invecchiare e a ridimensionarsi torna a essere una delle locomotive dell’occupazione regionale.

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