La ’ndrangheta come holding criminale: l’Interpol stringe la rete sui capitali sporchi
E’ in corso nella sede Interpol di Lione il workshop dei Focal point e degli investigatori delle forze di polizia dei Paesi europei del Progetto I-Can (Interpol Cooperation against ‘ndrangheta).
Il meeting, sotto l’egida di Interpol, con il coordinamento della Direzione centrale della polizia criminale, vede la partecipazione anche dell’agenzia Europol, di personale del Servizio centrale operativo della polizia di Stato, del Ros dei carabinieri e della Guardia di finanza e mira a rafforzare la cooperazione di polizia nel contrasto al riciclaggio dei beni riconducibili alla ‘Ndrangheta.
Le indagini condotte nell’ambito del Progetto I-Can (Interpol Cooperation against ‘ndrangheta), attraverso le specifiche unità operative, dal giugno 2020 hanno consentito di rintracciare e arrestare 168 persone collegate alla ‘ndrangheta in oltre 30 Paesi del mondo, di cui 63 latitanti; ingenti anche i sequestri di somme di denaro, droga e armi.
Nel 2025 si è registrato il record degli arresti: ben 66 persone collegate alla ‘ndrangheta in 14 diversi Paesi, di cui 12 latitanti, a conferma della forte accelerazione operativa della progettualità, sostenuta dal vice capo della Polizia, direttore centrale della Polizia criminale, Raffaele Grassi. Quest’anno al Progetto hanno aderito altri quattro Paesi, di importanza strategica per le rotte del narcotraffico e per il contrasto al riciclaggio (Cile, Panama, Costa Rica e Lussemburgo), per un totale di ben 24 Stati, dislocati in quattro continenti.
Sempre nel 2025, sono state effettuate 14 estradizioni/consegne di ‘ndranghetisti verso l’Italia, coordinate ed eseguite dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Sul versante dell’attività di analisi ed intelligence, dal 2022 è operativo il Crime analysis file (Caf), database Interpol dedicato al Progetto I-CAN, implementato dai 24 Paesi aderenti, che ha raggiunto le 110mila entità censite, con un incremento da novembre 2024 a novembre 2025 del 75%, divenendo ad oggi il secondo database Interpol per dati contenuti.
In particolare, muovendo dal noto assioma ‘follow the money’, grazie all’iniziativa congiunta del Segretariato generale Interpol e del Dipartimento della pubblica sicurezza Italiano, nella due giorni francese gli investigatori vogliono «definire e perfezionare le procedure di scambio delle informazioni e di condivisione di best practices per l’individuazione e il sequestro degli asset economico/finanziari della ‘ndrangheta nel mondo, grazie anche all’utilizzo del nuovo strumento della cosiddetta Silver Notice Interpol», promossa dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale.
«La ‘ndrangheta, broker mondiale del narcotraffico, ormai dai tempo, è una vera e propria holding criminale – hanno spiegato Il direttore del Servizio per la cooperazione Internazionale di polizia Lorenzo Bucossi e il project leader Simone Pioletti, dirigenti della Polizia di Stato – una mafia silente e pervasiva che si infiltra nei tessuti economici legali e nelle Istituzioni, con il potere della corruzione e con il riciclaggio e che non attacca più frontalmente lo Stato. Per tali motivi è fondamentale implementare la resilienza delle forze di polizia e l’adattabilità ai nuovi scenari criminali che mutano rapidamente per ottimizzare e nascondere i profitti, sfruttando anche le nuove tecnologie, dalle criptovalute fino all’Intelligenza artificiale».
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