«Lavorando sto senza pensieri. E da due anni ho smesso di bere il vino». La storia da Belforte all’Isauro

BELFORTE ALL’ISAURO Ha compiuto 100 anni il 12 ottobre, ha attraversato un secolo di storia, ma è ancora in pienissima forma e continua a lavorare accanto alla figlia Enrichetta nella sua ferramenta di Belforte all’Isauro: Tommaso Gostoli, per tutti Maso, ha una verve invidiabile con quell’umorismo spontaneo e vivace che dimostra una spiccata lucida intelligenza. «La giornata la passo qui in negozio, vado anche a consegnare le cose con il fiorino, a dire la verità, faccio tutto io», scherza e ride, mentre accanto a lui la figlia Enrichetta conferma la dedizione del suo papà a quel lavoro.
L’elisir di lunga vita
Maso non svela fino in fondo il segreto di tanta longevità: «Mangio poco e spesso, l’altro giorno ho mangiato le tagliatelle al tartufo, mi tengo attivo in negozio, visto che ormai non posso più viaggiare». I viaggi di Maso sono stati tanti e memorabili, tanto che non sa scegliere il posto che gli è rimasto nel cuore: «Ho girato tutti i continenti e mi sono piaciuti tutti: Russia, India, Africa, Thailandia, Stati Uniti, Vietnam, Turchia, Egitto, Giordania, fino ai confini della Cina in Birmania, dove ho visto gente che lavorava ancora all’antica, al mercato non avevano nemmeno le bilance, facevano con le mani. Ma mi ha sempre incuriosito visitare i monumenti, vedere altri mondi. Impari tanto». Maso se n’è andato in giro per il mondo fin quasi alla soglia dei suoi 90 anni, nel 2013, con un gruppo di persone che avevano la sua stessa passione». La moglie Alma lo ha seguito all’inizio, «poi ha scoperto che le faceva male l’aereo», ma Maso non ha desistito.
Una generazione speciale la sua e quella di Alma scomparsa a marzo di quest’anno e che, a 96 anni, ancora tirava le tagliatelle. Forse è proprio l’aria di Belforte è il segreto: «Qui stiamo bene, teniamo ancora le chiavi sulle porte, persino quella del negozio. Se esco a fare colazione non succede nulla. Non abbiamo nemmeno il vigile». E i suoi clienti sono ormai affezionati. «Qui mi vogliono tutti bene, il sindaco mi ha dato le chiavi della città e ne sono felice».
«Ci vuole tanta pazienza»
Nessuno lo fa arrabbiare: «Dico sempre che ci vuole tanta pazienza, anche se a volte mi chiamano anche la domenica e vengo in negozio a dargli quello che gli serve. Tutti mi dicono “tieni duro” perché la crisi c’è e si sente anche in un piccolo paese come il nostro. Ma non posso mollare, proprio per questo». Non fuma e non beve: «Non ho mai fumato, ma è da un paio d’anni che non posso più farmi un bicchiere di vino che non mi fa bene, ma è lo stesso». Ultimamente passa anche di meno al bar per giocare a carte: «Eh, un po’ mi stanco, ma vengo spesso anche a piedi al negozio. La mattina alle 7 non scatto più in piedi come una volta, ma poi parto e non mi fermo più fino a sera. Unica pausa il riposino dopo pranzo. Lavorando si passa la giornata meglio, si pensa al negozio e non si pensa ad altro». E Maso lavora eccome: fa le consegne con il suo fiorino, sistema la merce, dà buoni consigli e soprattutto fa i conti: «mi prende sempre in giro perché uso la macchinetta», aggiunge la figlia. Maso è ormai un’istituzione per Belforte: «Mi dà davvero una grande mano e senza di lui, con la famiglia, sarebbe difficile per me», conclude Enrichetta.




