Cultura

“È stato fantastico suonare e registrare con una band”: Will Paquin arriva in Italia a presentare il suo primo album

Credit: Gabriella Mulisano

Will Paquin è un songwriter di Boston e inizialmente scriveva la sua musica completamente da solo. Dopo che il suo singolo “Chandelier”, una stranezza glitch-pop, ha incominciato a ottenere un grande successo, lo statunitense lo ha seguito solo con una manciata di singoli e un paio di EP. Solo a settembre è arrivata la sua prima fatica sulla lunga distanza, “Hahaha”, ovviamente autoprodotto, ma per la prima volta registrato in uno studio e insieme a una band: insieme al suo primo disco sono arrivate anche nuove sonorità che spesso virano verso il garage-rock. Will sarà in Italia tra pochi giorni (venerdì 21 novembre all’Arci Bellezza di Milano e sabato 22 al Covo Club di Bologna) a presentare il suo debutto full-length e noi di ‘Indieforbunnies.comì abbiamo approfittato di questa occasione per contattarlo via e-mail e parlare di “Hahaha” e anche dei suoi concerti nel nostro paese. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao Will, come stai? Tra poche settimane suonerai a Milano e Bologna: è la tua prima volta nel mio Paese? Quali sono le tue aspettative per i tuoi concerti italiani?
È la mia prima volta in Italia! Sono molto emozionato, non so bene cosa aspettarmi. Spero che saranno molto divertenti.

Per prima cosa puoi presentarti ai quei lettori che potrebbero non conoscere ancora te e la tua musica?
Mi chiamo Will Paquin, sono un chitarrista e cantautore di Boston, Massachusetts. Il mio sound spazia in modo eclatante dalle ballate soft al fuzz-rock ad alta velocità. E tutto ciò che sta in mezzo.

Dopo due EP e alcuni singoli, a settembre hai pubblicato il tuo primo album, “Hahaha”: questo è un passo molto importante nella carriera di ogni artista. Cosa significa per te?
Per me è molto gratificante aver pubblicato un album dopo così tanto tempo. Mi sento più sicuro del mio sound e ho le idee più chiare su quale direzione voglio continuare a esplorare dal punto di vista sonoro.

Secondo te, quali sono stati i cambiamenti più significativi tra i tuoi primi lavori e le canzoni del tuo album di debutto?
Io e la band siamo diventati molto più rock! Ho esplorato le mie influenze iniziali, come Thee Oh Sees e Ty Segall. Questi sono stati alcuni dei primi artisti che mi hanno davvero spinto a iniziare a fare musica. È bello tornare a quel tipo di sound angosciante.

Per “Hahaha” hai registrato per la prima volta in uno studio vero e proprio ed è stata anche la prima volta che hai avuto la possibilità di registrare con una band: cosa ha significato per te? Questa nuova ambientazione ti ha dato la possibilità di provare e sperimentare qualcosa?
È stato fantastico suonare e registrare con una band. Sono abituato ad arrangiare e registrare tutti gli strumenti da solo. Affidare la responsabilità a persone che conoscono meglio i rispettivi strumenti è stato come togliermi un peso dalle spalle. Per me la collaborazione crea quasi sempre qualcosa di più significativo e speciale.

Ho letto che Will Levin, che ha prodotto “Hahaha”, è un tuo vecchio amico: è stata una scelta naturale per te lavorare con lui? Cosa ha aggiunto al tuo sound?
Will ed io siamo amici da quando avevamo circa 6 anni. È anche un ottimo produttore e ha visto cambiare drasticamente le mie influenze musicali nel corso degli anni. Ha una visione completa del mio percorso, quindi era logico che facesse parte dell’album.

Nel tuo primo album ci sono alcune canzoni indie-rock veloci, punk/garage/fuzzy e altre più riflessive e morbide: quali sono state le tue maggiori influenze musicali per “Hahaha”?
Le band che ascoltavo alle medie, come Oh Sees e Ty Segall, hanno avuto un ruolo importante. Ho sempre voluto provare a fare qualcosa di simile. All’inizio il sound era un po’ fuori dalla mia zona di comfort e credo che questo abbia contribuito ad attirarmi verso di esso. Non ero abituato a cantare in quel modo, ma alla fine della registrazione dell’album mi sentivo molto più libero nella mia voce. Ho imparato molte cose importanti sul canto realizzando questo album.

Posso chiederti perché hai chiamato il tuo album “Hahaha”? C’è un significato particolare dietro questo titolo?
Molte delle canzoni sono veloci, divertenti ed energiche, ma quasi tutte nascondono una certa tristezza. Stavo attraversando un periodo un po’ difficile mentre scrivevo queste canzoni. Allo stesso tempo, però, ero in tour e avevo bisogno di rimanere positivo. Penso che “hahaha” sia il mio modo di cercare di ridere in questo momento difficile.

Un’ultima domanda: puoi scegliere una delle tue canzoni, vecchia o nuova, da utilizzare come colonna sonora di questa intervista?
“Slifer The Sky Dragon”. Al momento è la mia preferita dell’album.




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