Basilicata

Estorsione aggravata a un albergatore di Gizzeria, assolti gli imputati

“Il fatto non sussiste”: queste le motivazioni per cui risultano assolti tutti gli imputati, ritenuti appartenenti al clan Giampà, accusati di estorsione aggravata ad un albergatore di Gizzeria


LAMEZIA TERME – Tutti assolti “perché il fatto non sussiste” sei imputati accusati di estorsione aggravata. Non hanno retto le accuse del pm della Distrettuale antimafia di Catanzaro che aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati a 9 anni e 4 mesi di reclusione, evidenziando le convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che riscontravano le dichiarazioni della persona offesa (un albergatore di Gizzeria). 

LA SENTENZA

Pronunciata la sentenza di assoluzione del tribunale penale collegiale di Lamezia Terme (presidente Silvestri, a latere Aracri e Marasco) nei confronti di Rosa Giampà, Pasqualina Bonaddio, Aldo Notarianni, Giuseppina Giampà, Giuseppe Notarianni e Carmen Bonafè, tutti ritenuti appartenenti al clan Giampà.

In particolare, Rosa Giampà accusata di estorsione pluriaggravata dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa alla cosca, ma assolta in accoglimento delle argomentazioni difensive dell’avvocato Antonio Larussa del Foro di Lamezia Terme, che ha rilevato l’assoluta mancanza di credibilità della persona offesa. Dall’accusa di estorsione pluriaggravata, assolta Pasqualina Bonaddio, moglie dello storico boss Francesco Giampà, difesa dall’avvocato Francesco Gambardella del Foro di Lamezia Terme.

Analoghe accuse per le quali è giunta l’assoluzione anche nei confronti di Aldo Notarianni, difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Trasimeni del foro di Catanzaro, della moglie Giuseppina Giampà, difesa dall’avvocato Gregorio Viscomi del foro di Catanzaro, e di Giuseppe Notarianni e della moglie Carmen Bonafè, entrambi difesi dall’avvocato Aldo Ferraro.

IINSUSSISTENZA DELLE ACCUSE

Per tutti gli imputati, sono così completamente accolte le argomentazioni difensive che facevano leva sull’assoluta insussistenza delle gravi accuse contestate. In particolare, agli stessi, contestate due estorsioni nei confronti di un albergatore di Gizzeria. Nel corso di una lunga istruttoria dibattimentale, in cui sono stati sentiti quasi tutti i collaboratori di giustizia del lametino, oltre ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lamezia Terme e dopo l’esame ed il controesame della persona offesa, all’udienza di oggi (18 novembre 2025) la Procura ha depositato pure tutte le sentenze pronunciate nel corso degli anni rispetto alle cosche mafiose operanti nel comprensorio lametino, nonché quelle che hanno ritenuto credibili i collaboratori di giustizia escussi.

Poi le richieste di condanne del il pm della Dda di Catanzaro, le discussioni dei difensori degli imputati, che hanno eccepito la mancanza di un giudizio di credibilità della persona offesa, anche alla luce della mancanza di riscontro rispetto alle sue dichiarazioni, assolutamente non corroborate – secondo i difensori degli imputati – dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sul punto rimasti silenti. Alla fine la sentenza di assoluzione per tutti gli imputati.


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