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Portugal. The Man – SHISH: Fuga precipitosa dal mainstream indie :: Le Recensioni di OndaRock

Ci sono forse due categorie di persone alle quali potrebbe genuinamente piacere “SHISH”, l’ultimo album dall’eloquente titolo degli alaskani Portugal. The Man. Uno: ai fan della prima ora, se ce ne sono in Italia. Due: a chi, nel 2025, cerca un rock autenticamente alternativo e imprevedibile, che colga di sorpresa e lasci… diciamo perplessi. Perché questa è la direzione intrapresa dal gruppo con il nuovo lavoro, che mira a anni luce di distanza dal blockbuster “Woodstock” del 2017 – l’album di “Feel It Still” – e anche dal più recente “Chris Black Changed My Life”, del 2023.

Si può quindi considerare chiusa la lunga fase indie rock/ indie pop radio-friendly apertasi nel lontano 2013 con “Evil Friends”, che ha visto la formazione americana passare da band cult di nicchia a protagonista della scena negli anni Dieci. La volontà, in questo nuovo disco, è chiaramente quella di distruggere tutto ciò e senza pietà, per abbandonarsi a sperimentazioni dal carattere sardonico che paiono avere come scopo non solo il ritorno alla musica guitar-heavy – tendenza del resto ormai acclarata per tutta la musica del 2025 o quasi – ma anche, se possibile, la presa in giro di chi si aspettava altrimenti. Ne abbiamo abbondanti esempi: l’intro heavy metal spiazzante di “Denali”, l’inserto hardcore punk di “Pittman Railers”, il noise rock aggressivo di “Angoon”, il garage spontaneo e veloce di “Mush”, la coda hard rock anni 70, con tanto di elaborati assolo di chitarra, di “Knik”. E se alcune canzoni mantengono una parvenza di “normalità”, come l’indie/alternative posato di “Tanana”, ci pensa l’outro indefinibilmente freak di “Father Gun” a spaesare una volta per tutte. Difficile in questa tracklist non solo trovare una sola potenziale hit ma anche un pezzo che si possa definire semplicemente “orecchiabile”.

Un ritorno all’alternatività che il frontman e leader del gruppo John Gourley definisce come un collage di “momenti di pericolo e assurdità, come mountain bike, ciminiere, spari e videogame”. Un panorama sonoro spezzettato e a tratti anarchico, che vuole suonare liberatorio ma non può evitare una certa confusione in questa ricerca del caos. E se quindi, da una parte, abbiamo un ritorno all’autentico pre-indie alternative dei Portugal inizio anni Zero, dall’altra viene un po’ da chiedersi quale sia in effetti l’utilità di un album come questo, se non quella di un divertissement.
Di fatto, sappiamo che i Portugal. The Man sono sempre stati molto alieni al conformismo e che il successo l’hanno raggiunto, per così dire, “per sbaglio”. Ma il nuovo disco ha la forza di uno statement musicale, un messaggio ai fan e a quel mainstream dal quale paiono decisi ad allontanarsi nuovamente, come in cerca di una nuova coerenza e di una nuova partenza. O forse, si potrebbe pensare, si tratta solo di mancanza di idee?

Non che questo “SHISH” manchi di abilità e di tecnica, anzi: il gruppo mostra di conoscere, apprezzare e padroneggiare tranquillamente diversi linguaggi musicali, passando da uno all’altro con estrema disinvoltura ma anche con il chiaro intento di sfidare la parte del proprio pubblico – ossia, la maggior parte – che li conosce principalmente nella loro veste indie rock. Ma basta riaffacciarsi ad album come “Waiter: ‘You Vultures!’” (2006) e “Church Mouth” (2007) per capire che il cerchio non si è mai chiuso, e che tutte queste urgenze espressive fuori dagli schemi erano lì fin dall’inizio.
Il punto è, però, che l’impressione è proprio quella di trovarsi di fronte a una band che non sa più che direzione prendere, o che forse non vuole più pensarci, preferendo imboccare una strada nostalgica e indeterminata più come soluzione improvvisata che come strategia provocatoria. Questo ricordandoci di come, certo, non ci troviamo a parlare di una formazione che ha esattamente segnato la storia o coinvolto più di una generazione se non, appunto, paradossalmente proprio nella sua fase più commerciale con “Woodstock”.
In definitiva, “SHISH” è un disco buono per chi cerca una musica fuori dagli schemi, che nel 2025 cerchi di dare un nuovo significato a termini come “alternative” ed “experimental” in contesto indie rock, sempre che la cosa conti ancora. Per gli altri, ci si può preparare a un ascolto ostico e difficile che può facilmente risultare tedioso e inconcludente. Tutto può trovare un senso recuperando l’intera discografia dei Portugal. The Man, ma questo non rende “SHISH” il loro miglior lavoro recente, proprio no.

16/11/2025




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