Mosca e Kiev, sì a scambio prigionieri. La guerra continua
Milleduecento russi e altrettanti ucraini. Mosca e Kiev si apprestano a un nuovo scambio di prigionieri, mentre il ministero della Difesa russo ha annunciato che nelle ultime 24 ore le truppe di Mosca hanno conquistato i villaggi di Mala Tokmachka e Rivnepillia nella regione ucraina di Zaporizhzhia, parzialmente occupata. Zelensky, però, in un video diffuso su X, annuncia di essere al lavoro “per garantire un nuovo avvio di negoziati, in modo che dopo tutto ci sia una prospettiva per la fine di questa guerra”.
“Su ordine del presidente ucraino, ho recentemente mantenuto i contatti con la mediazione di Turchia e negli Emirati Arabi Uniti per la ripresa del processo di scambio e il rilascio dei nostri cittadini detenuti dalla Russia”, ha spiegato il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale e difesa, Rustem Umerov, in un messaggio pubblicato sul suo account Telegram. A seguito di queste trattative, Mosca e Kiev hanno concordato l’attivazione degli accordi di Istanbul: “Si tratta della liberazione di 1.200 ucraini”. Umerov ha poi aggiunto di avere discusso con il primo ministro del Qatar, Mohamed bin Abdulrahman al Thani, la questione della restituzione dei minori ucraini deportati in Russia.
La guerra e lo scandalo corruzione in Ucraina – Intanto la guerra continua. Oltre ai siti energetici, anche le ferrovie sono sempre più prese di mira nei raid russi sull’Ucraina, che mirano a disarticolare le linee di rifornimento allo sforzo bellico e alla vita quotidiana del Paese, mentre sul terreno continua l’offensiva di Mosca nell’est e del sud e il governo è alle prese con il più grave scandalo di corruzione. A partire da luglio i bombardamenti sul sistema ferroviario sono aumentati di tre volte, ha affermato il vice primo ministro Oleksii Kuleba. Mosca continua a dire di prendere di mira solo obiettivi militari, vale a dire infrastrutture energetiche che alimentano il complesso industriale della difesa e linee ferroviarie che trasportano armi e truppe al fronte. Ma è impossibile distinguere i danni provocati alle forze armate ucraine da quelli inflitti alla popolazione civile.
Kiev continua intanto ad essere scossa dallo scandalo corruzione proprio nel settore energetico, che ha finora portato all’incriminazione di sette persone e le dimissioni di due ministri, e sta sfiorando il presidente Volodymyr Zelensky con le accuse mosse al collaboratore Timur Mindich. L’Ufficio nazionale anticorruzione ha dichiarato di aver presentato una mozione per arrestare l’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, mentre il leader ucraino ha provato a reagire annunciando una riforma di tutti gli enti nazionali all’insegna della trasparenza, con un “audit finanziario” completo ed il cambio degli amministratori.
Sul terreno, l’epicentro dei combattimenti rimane Pokrovsk, dove i russi affermano di avere proseguito nelle ultime 24 ore l’avanzata nella parte occidentale, nord-occidentale e orientale della cittadina. Gli ucraini affermano di aver fatto saltare in aria la strada che collega la città a Selydove, una cittadina una ventina di chilometri a sud, in mano ai russi. Secondo il 7° Corpo di risposta rapida delle forze d’assalto aereo ucraine, che pubblica anche quello che definisce un video dell’azione, ha permesso di impedire al nemico di “utilizzare questa via per infiltrarsi a Pokrovsk con veicoli leggeri“.
Le affermazioni delle due parti non sono verificabili, ma le dichiarazioni convergono nel descrivere una accelerazione dell’avanzata russa nella regione meridionale di Zaporizhzhia, ad ovest di quella di Donetsk. Qui il ministero della Difesa russo ha rivendicato la conquista di un altro villaggio, Yablokovo, mentre le forze meridionali ucraine hanno annunciato il ritiro dall’insediamento di Novovasylivske al fine di assumere “posizioni difensive più favorevoli”.
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