Lazio

Parco di Centocelle, 5 ettari di cemento abbattuti: inizia la rinaturalizzazione

Asfalto che scompare, cemento che viene sollevato e portato via. Al loro posto, nuove alberature, sentieri drenanti e percorsi ciclopedonali pensati per restituire aria, ombra e vivibilità a un intero quadrante della città.

È questa la metamorfosi che vuole realizzare l’attuale amministrazione Capitolina nel Parco di Centocelle.

Nel grande polmone verde che tanti sognano come un possibile “Central Park romano”, e dove si concentrano le aspettative dei residenti tra V e VII Municipio, una delle aree più popolose e più bisognose di spazi naturali. Ogni metro strappato al degrado rappresenta un miglioramento concreto della vita quotidiana.

Il parco, che oggi si estende su 126 ettari, è stato recentemente ampliato: 15 ettari acquistati da Cassa Depositi e Prestiti e altri 9 liberati dopo l’uscita degli autodemolitori.

Ora inizia la fase più visibile e simbolica: rimuovere 5 ettari di superfici impermeabili, resti di asfalto e calcestruzzo che soffocano il terreno.

Si tratta di un grande intervento di depaving, pratica già adottata in varie parti della città ma mai su scala così estesa.

Un’operazione pensata per migliorare l’assorbimento delle acque piovane, restituire vita al suolo e contribuire a combattere le isole di calore, uno dei problemi più critici dei contesti urbani, soprattutto per gli anziani e le fasce più fragili.

«L’avvio del depaving è uno degli interventi più rilevanti del piano di rigenerazione del Parco di Centocelle» spiega l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi.

«Andremo a rinaturalizzare circa 5 ettari, liberandoli da asfalto e cemento per trasformarli in aree verdi e percorsi ciclopedonali in terra stabilizzata. Restituiremo alla città un parco più accessibile, più vegetato e in armonia con il suo patrimonio storico e archeologico».

Il cantiere arriva dopo una vasta operazione di bonifica dei residuati bellici, conclusa a settembre dal Ministero della Difesa.

La rinaturalizzazione dei 50mila metri quadrati richiederà tre mesi di lavori, svolti secondo i criteri del DNSH – Do No Significant Harm, che impongono modalità sostenibili e il recupero dei materiali rimossi.

Il depaving è finanziato tramite fondi giubilari e PNRR, e si aggiunge agli interventi di forestazione già in corso: 146 alberi e 275 arbusti sono stati piantati, ma l’obiettivo è arrivare a 550 esemplari tra piante e specie arboree. Un vero bosco urbano, capace — a pieno regime — di assorbire 47,7 tonnellate di CO₂ all’anno.

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