al centro i file Epstein
L’alta tensione sul caso di Jeffrey Epstein scalda gli animi e manda allo scontro diretto Donald Trump e quella che era la sua alleata di ferro, Marjorie Taylor Greene. La deputata repubblicana, oggi divenuta la nemica del presidente, in vista del voto alla Camera sulla pubblicazione integrale dei documenti relativi all’ex finanziere morto suicida in carcere, ha parlato alla Cnn, schierandosi “dalla parte delle donne e delle vittime”. “Non mi scuso di questo – ha detto – Penso che il paese abbia bisogno di trasparenza”, ha precisato facendo riferimento proprio a quanto deciderà il Congresso nei prossimi giorni. “Non ho idea di cosa ci sia nelle carte”, ha aggiunto Taylor Greene spiegando che l’opposizione del presidente alla pubblicazione delle carte alimenta i dubbi su cosa i documenti includano e anche sulla possibilità che ci sia qualche governo che faccia pressione su Trump per impedire la pubblicazione. “Se Epstein lavorava per Israele è una domanda da farsi. Chiedo ad alta voce se c’è un governo straniero, qualsiasi governo, che fa pressione su Trump per non far pubblicare i documenti”, ha messo in evidenza.
Riguardo al suo recente scontro con Trump, la deputata repubblicana ha ammesso che le parole del presidente le hanno “fatto male” ma nonostante questo gli augura di aver successo. Questo non significa che non può criticarlo: “Non sono sempre d’accordo con il presidente e chiedo al partito di portare avanti l’agenda per cui gli americani hanno votato. Il costo della vita è troppo alto e i costi sanitari sono fuori controllo, su questo ci si dovrebbe concentrare. Dobbiamo mettere gli americani al primo posto”. Criticando Trump per aver ospitato il leader siriano alla Casa Bianca, Taylor Greene ha confessato che le piacerebbe “vedere l’Air Force One parcheggiato e vedere il presidente concentrato sui temi domestici”.
L’idillio e la rottura – Sostenitrice della teoria del complotto QAnon, apparsa insieme a suprematisti bianchi e brandendo fucili d’assalto, Greene è stata osteggiata dai leader del partito ma sostenuta da Trump. Lui l’ha definita una “futura stella repubblicana” e “una vera vincitrice!”. Ma la tensione tra i due è iniziata all’inizio di quest’anno, quando Greene stava valutando una potenziale campagna elettorale nel 2026 contro Jon Ossoff, uno dei due senatori democratici della Georgia. Trump ha detto di aver inviato a Greene un sondaggio che mostrava che lei “non aveva alcuna possibilità”. Alla fine lei ha rinunciato alla corsa e in seguito ha rifiutato di candidarsi alla carica di governatrice della Georgia, attaccando un sistema politico “good old boy” (ovvero del ‘bravo ragazzo del sud’). È apparsa poi al programma televisivo ‘The View‘ della ABC, un talk show pomeridiano considerato vicino ai democratici, per dire che “le persone con voci potenti”, in particolare le donne, “devono aprire una nuova strada”. Greene ha anche criticato Trump, in particolare le sue decisioni in politica estera. Il mese scorso ha detto che il sostegno dell’amministrazione all’Argentina era “un pugno allo stomaco”. È anche una delle poche repubblicane che sostengono lo sforzo di costringere il Dipartimento di Giustizia a rilasciare ulteriori documenti riguardanti Epstein.
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