Bari al 66° posto per qualità della vita, il report di ItaliaOggi
Bari al 66° posto, la Bat all’88°, seguita da Brindisi all’89° e con Taranto e Foggia rispettivamente al 101° e 104° posto. Sono queste le posizioni di classifica nel report sulla Qualità della Vita 2025 realizzata da Italia Oggi. La 27esima edizione del documento mostra lo stato dei 107 capoluoghi di provincia italiani su economia, lavoro, condizioni sociali e di sicurezza, ma anche turismo e salute. Il documento è stato realizzata dal quotidiano con Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma.
Bari, prima provincia della regione, ha guadagnato 5 posti rispetto alla 71esima piazza del 2024. Al primo posto in tutta Italia c’è però Milano, con ottimi risultati nella dotazione di servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo, seguita da Bolzano e Bologna.
Rispetto alla classifica dello scorso anno, per Milano e Bolzano si tratta di una conferma, migliora Bologna che sale di una posizione. Due passi indietro, invece, per Monza e Brianza mentre si segnala un significativo avanzamento in graduatoria di Rimini e Ascoli Piceno, rispettivamente al 12° e 15° posto, con oltre venti posizioni guadagnate rispetto al 2024. Ancora in fondo alla classifica Caltanissetta (107ª), preceduta da Crotone (106ª), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105ª), che invece conquista un posto. Da rilevare, in negativo, Foggia, che passa dalla 93ª alla 104ª postazione in classifica, Pordenone dalla 9ª alla 23ª e Gorizia dalla 26ª alla 52ª.
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, turismo intrattenimento e cultura, che hanno permesso di indagare la qualità della vita a livello locale. Le 107 province sono state classificate in 5 cluster (Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania, Metropoli. La qualità della vita nel 2025 è risultata buona o accettabile in 60 province su 107. Si tratta di un valore inferiore a quello registrato negli ultimi anni e quindi indicativo di un peggioramento, registra lo studio.
L’indagine conferma anche per il 2025 la frattura esistente tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Nelle regioni del Mezzogiorno, inoltre, restano significative aree di disagio sociale e personale. La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento (19 province su 25 sono nei due gruppi di testa – qualità buona e accettabile – 2 in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno. Per Alessandro Polli, docente di Statistica economica e Analisi delle serie storiche all’Università La Sapienza di Roma. “l’indagine sulla qualità della vita è uno degli studi più completi disponibili in Italia. Si articola in nove dimensioni e 97 indicatori che permettono un’analisi approfondita del contesto locale. L’edizione di quest’anno conferma tre tendenze: la crescente frattura tra il centro-nord, più resiliente, e il Mezzogiorno, sempre più vulnerabile; la presenza di ampie aree di disagio sociale nel sud, difficili da affrontare nell’attuale quadro di finanza pubblica; e il consolidamento del primato delle province e città metropolitane del centro-nord, che anche nella fase economica e geopolitica attuale mostrano la maggiore capacità di resistenza”





