La lingua genovese in mostra all’Archivio Storico con dizionari e grammatiche mai visti prima
Genova. La lingua genovese come patrimonio culturale da scoprire attraverso i dizionari, le grammatiche e gli studi realizzati tra Ottocento e Novecento. Dal 21 novembre 2025 al 23 gennaio 2026 l’Archivio Storico del Comune di Genova, nell’ala est di Palazzo Ducale, ospita una nuova mostra documentaria curata da Vittorio Laura e Stefano Lusito con opere in esposizione, conferenze e visite guidate alla scoperta di un tema forse di nicchia, ma ormai da anni al centro di un costante lavoro di promozione e rivalutazione.
L’evento si inserisce ufficialmente nella cornice di Genova nell’Ottocento, collettore di iniziative promosse nel 2025 dal Comune di Genova a celebrazione della storia cittadina durante il XIX secolo.
La mostra intende proporre al visitatore, in ottica critica, un profilo di sintesi sull’ampio ventaglio di opere dedicate al patrimonio linguistico genovese e ligure redatte in quel periodo fin oltre le soglie del Novecento, un’epoca caratterizzata da un forte interesse per il legato storico e culturale della Liguria, condizionato soprattutto (ma non soltanto) dalle vicende risorgimentali. Il fulcro è rappresentato dalle raccolte lessicografiche. Oltre ai dizionari a stampa e ad altre raccolte minori, anche manoscritte, il visitatore potrà visionare e conoscere alcuni pezzi d’eccezione della lessicografia genovese storica.
“Per la prima volta saranno in mostra esponenti poco noti o addirittura totalmente sconosciuti di questo genere – spiega il curatore scientifico Stefano Lusito -. Le principali opere inedite sono tre. La prima è il grande dizionario redatto dallo scolopio Cristoforo Filippi tra il 1824 e il 1831, il più antico dizionario finora noto dedicato a una disamina globale del lessico genovese redatto con lo specifico intento di presentarlo come una lingua vera e propria. La seconda è un documento rimasto finora del tutto sconosciuto, un piccolo dizionario del lessico dei frati cappuccini stilato da Serafino Carminati intorno al 1868 allo scopo di agevolare la comunicazione in genovese tra gli appartenenti a quell’ordine religioso e i laici. Infine la grande grammatica genovese di padre Angelico Federico Gazzo in due versioni, una brutta copia che proviene dall’archivio dell’Istituto Mazziniano e una bella copia, anche se solo parziale, conservata alla Berio. Fu il primo grande tentativo di illustrare le strutture della lingua genovese, quindi la fonetica, la morfologia e la sintassi secondo un’ottica idealmente scientifica che però risente ancora in parte delle suggestioni di stampo romantico”.
Integrano l’esposizione saggi e volumi che testimoniano il particolare fermento dell’epoca nei confronti dell’idioma locale, per quanto riguarda sia i tentativi di codifica in materia di grafia e grammatica, sia più specifiche indagini di stampo glottologico e letterario. Durante il periodo di apertura della mostra si terranno conferenze e visite guidate in italiano e genovese. “Del resto – spiega Lusito – avrebbe poco senso studiare così intensamente una lingua con una storia tanto riccamente documentata e non utilizzarla di fatto come mezzo di comunicazione, anche a fini di divulgazione scientifica”. L’iniziativa è corredata da un ricco catalogo critico pubblicato dalla casa editrice universitaria Edizioni dell’Orso, in uscita a fine novembre.
“Nel concepire la struttura della mostra abbiamo tentato di valorizzare sia le opere già conosciute, da parte degli studiosi e del pubblico generalista, sia quelle poco note o ancora sconosciute – aggiunge Lusito -. L’opera di Filippi, uno dei principali esponenti di questa rassegna, è stata riscoperta alcuni anni fa dal co-curatore della mostra, Vittorio Laura, che l’ha acquisita sul mercato antiquario: era sua intenzione valorizzarla mettendola a disposizione sia per studi scientifici, sia per una sua adeguata divulgazione. Il dizionario di Carminati è invece venuto alla luce quasi per caso durante i lavori di organizzazione della mostra e sarà senz’altro oggetto di una futura edizione critica. La speranza è insomma che opere di questo tipo possano continuare a essere valorizzate, anche sul profilo delle indagini accademiche, passo preliminare e fondamentale per una loro messa in risalto anche nei confronti del grande pubblico”.

Stefano Lusito, dottore di ricerca in linguistica, è ricercatore specialista dell’area ligure. Ha al suo attivo diverse monografie, varie edizioni critiche di testi letterari e numerosi saggi apparsi su riviste italiane e internazionali così come in opere collettive. È il responsabile scientifico della mostra. Vittorio Laura, architetto, bibliofilo e collezionista, si dedica in particolare a tutte le memorie storiche, letterarie e iconografiche di Genova e della Liguria. È console di A Compagna, presidente dell’Associazione Amici dell’Archivio di Stato di Genova e depositario dell’archivio Costanzo Carbone.



