Marche

moria di negozi in centro ad Ancona

ANCONA Dietro ogni serranda che si abbassa c’è sempre una storia. Quella di chi getta la spugna dopo trent’anni passati nel commercio, per stanchezza o perché ormai i conti non tornano più, come anche quella di chi ha provato a mettersi in gioco per la prima volta ed è stato travolto da un’economia dove ormai tutto cambia velocemente e di rado lo fa in meglio.

I dati

Poi ci sono i numeri, forse più freddi e cinici ma ugualmente impietosi. Novanta esercizi commerciali chiusi tra via Matteotti e corso Stamira, un fazzoletto di città che per molti anni è stato invece il fiore all’occhiello del commercio anconetano. Li abbiamo contati, uno per uno, nel corso di una lunga passeggiata in centro storico. Tra vicoli e promenade, una situazione desolante che accende però il faro su di un problema di natura sociale. Prima, però, il quadro della situazione. Partiamo da corso Garibaldi, la nostra via dello shopping. Qui di vetrine spente, con tanto di cartello “affittasi” o “vendesi” appeso alla saracinesca, ce ne sono 7. Una manciata, è vero, però tutti locali che fino a poco tempo fa hanno ospitato piccoli esercizi commerciali. Gli ultimi rimasti e che ora stanno pian piano scomparendo, lasciandosi dietro soltanto le catene della moda e qualche sparuto bar.

I prezzi

Di certo, neppure i canoni d’affitto favoriscono il ricambio. Spulciando i principali portali immobiliari online, risaltano annunci come quello che tenta di piazzare un buco di 27 metri quadri, poco lontano da piazza Roma, per 2.100 euro al mese. Ovvero, 78 euro al metro quadro – quando, secondo l’Agenzia delle Entrate, nel quartiere il prezzo va in una forbice tra gli 11 e i 27 euro al metro quadro. O un altro, in prossimità di piazza Cavour, ceduto a 3.500 euro al mese per 69 metri quadri – 51 euro al metro. Tra i corsi, quello messo peggio è però corso Mazzini. Qui di negozi chiusi se ne contano 14 e su alcuni non compare nemmeno il cartello con i recapiti dell’agenzia immobiliare. I prezzi? Di lusso pure qui: 6.500 euro al mese per 150 metri quadri (43 euro al metro quadro) o 8mila euro al mese per 320 metri quadri (25 euro al metro quadro, in linea con le stime). In termini assoluti, la maglia nera la indossa invece via Matteotti, dove le chiusure sono state 26. Qui i prezzi però scendono, e allora il tema deve essere sicuramente di appeal commerciale. Un esempio: per comprarsi 43 metri quadri da ristrutturare bastano 45mila euro e per 36 metri quadri ne servono 39mila. Eppure, ci sono locali che sono chiusi da anni. Alcuni, forse, da decenni. L’ultimo corso è Stamira: qui 8 negozi vuoti, senza contare l’ex Roma e Pace e l’ex Palazzo del Mutilato, in corso di restauro. Spicca un ex atelier propinato per 6mila euro al mese (400 metri quadri). In via degli Orefici le saracinesche abbassate sono 9, purtroppo alcune anche di attività condotte da giovani e che avevano aperto da poco.

I particolari

In piazza della Repubblica è ancora chiuso lo storico bar delle Muse, rilevato alcuni mesi fa dopo un primo abbandono e ora nuovamente in stand-by. Nella Galleria Dorica, poi, deve ancora essere ceduto il negozio che ospitava Lumiere, proposto in affitto a 2mila euro al mese. Tornando in corso Mazzini, sono degni di nota due contenitori: l’ex Bontà delle Marche, chiuso dopo 28 anni e ancora in attesa di un nuovo proprietario, e il maxi-negozio d’abbigliamento Champion (su più piani) ancora sfitto. Novanta negozi chiusi, novanta storie finite o traslocate altrove. Un numero che deve far riflettere. Perché per quanto ci siano ancora tante attività commerciali che vanno avanti nonostante le difficoltà, molte più di novanta per fortuna, il dato di una città che si sta progressivamente spegnando non può passare sottotraccia.




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