Ecco il parco dedicato a Francesco Sforzi, il medico dei poveri

Lo spazio verde tra Via De Gasperi e Piazza San Donato adesso porta un nome importante. Si è tenuta questa mattina infatti l’intitolazione ufficiale a Francesco Sforzi, medico e benefattore, nato nel 1820 e morto nel 1873, figura di spicco della storia sanitaria e civile aretina. Insieme all’assessore Manneschi, al capogruppo Pd Donato Caporali e a numerosi consiglieri comunali erano presenti alla cerimonia lo studioso Alessandro Garofoli e il direttore generale della Asl Sud Est Marco Torre.
Nel secondo centenario dalla sua nascita era nata l’idea di avere un ricordo tangibile dell’uomo e del medico aretino, così il consigliere comunale del Pd Donato Caporali ha portato la questione in aula con un atto d’indirizzo che fu approvato nel luglio di 5 anni fa.
Nel corso del consiglio comunale Caporali ne tratteggiò la storia per la quale viene ricordato: “Ad Arezzo era nato il 5 gennaio 1820 e qui ebbe una rapida carriera – ha ricordato Caporali – che gli consentì di raggiungere progressivamente i posti più ambiti della professione sanitaria provinciale: dapprima “infermiere” e professore d’ostetricia, oculista, quindi presidente del Comitato medico aretino, membro del Consiglio sanitario della provincia, responsabile della vaccinazione animale, rettore (ad interim) dell’ospedale. Era membro delle più accreditate accademie scientifiche del tempo, fra le quali Berlino, Londra, Parigi e Vienna. Fece parte della rappresentanza municipale, comprendendo che la complessità delle problematiche organizzativo-istituzionali connesse con la professione, richiedeva un impegno anche di tipo politico-amministrativo. Nella sua elezione risultò determinante, come disse Pietro Mori, ultimo gonfaloniere e primo sindaco di Arezzo, l’appoggio popolare. L’esperienza fatta in qualità di responsabile medico della deputazione sanitaria anti-colera, segnò una svolta decisiva nel suo modo di intendere e di svolgere la professione medica. In lui crebbe la convinzione che non si potessero più rimandare una politica e opere concrete volte al miglioramento delle condizioni delle classi meno fortunate. Lo Sforzi dedicò gli ultimi anni della sua vita a curare gli infermi non abbienti. Tali visite erano quasi sempre gratuite. Per questo diventò, per la gente comune, “il medico dei poveri” e con questa reputazione venne ricordato per molti anni dopo la morte.”
Source link




