Veneto

Venezia galeotta e ruffiana

(Ricordi di una Venezia ancora impreparata all’accettazione dell’esibizionismo, per così dire, di coppia connotato da effusioni amorose particolarmente spinte in pubblico – a cui oggi nessuno vi fa più caso – ritenute allora, secondo il comune sentimento, offensive del pudore  e passibili, oltre un certo limite da non superare, di essere catalogate come atti osceni in luogo pubblico ed esporsi al rischio di poter venire sanzionate  legalmente)

LE FOTO DI PEDROCCO TRA AMORE ED ESIBIZIONISMO
CON LA COMPLICITA’ DI VENEZIA

Difficile non “spezzare” il filo sottile che separa la decenza dall’indecenza, ovvero l’amore dal sesso. Il tutto è ancor più problematico quando entrano in campo le componenti dell’esibizionismo e (come dice Enzo Pedrocco, che ha immortalato le sottostanti immagini “rubate” alla vita) “di una città galeotta e ruffiana qual è Venezia”. Ma, come sottolinea l’autore degli scatti, gli stessi interpreti possono apparire “vittime della loro maleducazione, non disgiunta da una buona dose di esibizionismo, e da una scarsa o nulla considerazione verso quanti stanno intorno e, volenti o nolenti, sono costretti ad essere testimoni di tante intime effusioni”.

Pedrocco in proposito cita Riccardo Selvatico: “Venesia mia ti xe na gran ruffiana che ti ga tutto per far far pecai…”, oppure Marinetti: “Basta! Basta! Finiscila di sussurrare osceni inviti a tutti i passanti della terra o Venezia, vecchia ruffiana…”. Comunque, dati i tempi, pochi passanti si saranno scandalizzati davanti a queste scenette che, a ben guardare, si potrebbero definire “oseè” se non ci fossero migliaia di ore passate nelle sale cinematografiche o davanti alla televisione che ci hanno ridotto alla stregua di inconsapevoli “guardoni”.

Ed è proprio l’attimo colto da Pedrocco che ci fa percepire qualcosa che prima non avevamo visto ma che dovrebbe indurre gli autori a meditare sul “bon ton”: certo si possono perdonare talune effusioni ma sono i protagonisti che dovrebbero sapere quando fermarsi, almeno in pubblico.

(Da “Il Gazzettino”, Venerdì 8 Agosto 2003)


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