Emilia Romagna

nasce la Fondazione a Bologna


L’Opera di Padre Marella cambia pelle e guarda al futuro. Con una votazione quasi unanime – 86 favorevoli, un solo contrario e 87 soci presenti su 99 – l’assemblea straordinaria ha deliberato la trasformazione dell’associazione in una Fondazione, con l’obiettivo di tutelare il patrimonio materiale e spirituale ereditato dal beato Olinto Marella e di affrontare con più forza le nuove povertà che attraversano Bologna.

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Zuppi: “Un passo che rinnova un legame indissolubile con Bologna”

Durante l’incontro, il cardinale Matteo Zuppi ha definito la nascita della Fondazione “una scelta importante perché guarda al futuro e serve per camminare meglio”. Secondo l’arcivescovo, l’Opera ha oggi di fronte nuove fragilità che richiedono strumenti organizzativi più solidi e una capacità maggiore di adattarsi ai bisogni del territorio.

“Il legame di padre Marella con la Chiesa di Bologna è indissolubile – ha ricordato Zuppi – e con questa scelta si rinnova e si rilancia. È cresciuta l’indifferenza, l’ascensore sociale è bloccato, ci si cura di meno: è necessario rispondere a questa situazione. Il beato Marella ha rappresentato la coscienza di Bologna e la città lo riconosce. Il vostro compito è prezioso, vi incoraggio a proseguire”.

Un sistema a tre gambe per accogliere i fragili

La nuova Fondazione farà parte di un sistema organizzativo articolato, che nei prossimi mesi comprenderà anche una cooperativa per la gestione delle case d’accoglienza – attive da decenni in città e provincia – e un organismo di volontariato che raccoglierà la disponibilità di chi desidera offrire tempo e servizio.

Un modello che punta a unire governance stabile, operatività quotidiana e partecipazione della comunità, mantenendo fede allo spirito originario del beato Marella: accogliere i poveri, i diseredati, gli esclusi.

Mastacchi: “La Fondazione è un forziere morale e materiale”

Marco Mastacchi, presidente dell’Opera di Padre Marella, ha definito la nuova Fondazione come “una vera cassaforte dei valori materiali e soprattutto etici lasciati in eredità dal Beato Olinto Marella”.

Secondo Mastacchi, l’obiettivo è essere “sempre più al passo coi tempi e al passo coi poveri”, rispondendo con efficacia ai bisogni emergenti della città.

La governance sarà composta dallo stesso Mastacchi come presidente e da un consiglio formato da Michele Montani, già presidente dell’Opera; Anna Bagliari, per anni operativa nell’ente; Benedetta Simon, già vicesindaca di San Lazzaro e impegnata nel sociale; ed Eros Stivani, diacono attivo storicamente accanto all’Opera. Simon e Stivani sono stati nominati dalla Curia arcivescovile.

Un passaggio storico per garantire continuità e unità d’intenti

La transizione a Fondazione rappresenta un passaggio cruciale nella storia dell’Opera, che a Bologna e dintorni assiste persone senza casa, famiglie in difficoltà, anziani soli e fragilità di ogni tipo.

“Fondazione, cooperativa e nuova associazione di volontariato saranno legate da un cordone ombelicale ideale – ha spiegato Mastacchi – che garantirà unità d’intenti e coerenza d’azione. L’obiettivo è rendere l’Opera una realtà viva e capace di rispondere con umanità ai bisogni del nostro tempo”.

Secondo la direzione, il nuovo assetto permetterà una gestione più moderna, efficiente e trasparente, rafforzando una missione iniziata più di un secolo fa e che ancora oggi rappresenta uno dei cuori solidali di Bologna.

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