Liguria

Cavalleria Rusticana al Teatro Carlo Felice, la recensione

Genova. Gli applausi sono stati convinti per tutti alla prima di Cavalleria Rusticana, allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in coproduzione con la Fondazione Musicale del Maggio Fiorentino già proposto anni fa e oggi in scena come titolo singolo (repliche sino a domenica 23 novembre). Di solito, l’opera, un atto che dura 75 minuti, viene presentata in coppia con altre opere brevi. Non in questo caso.

Lo sciopero dello Snater, con i lavoratori che hanno consegnato i volantini all’ingresso a teatro, ha limitato il coro e alcuni strumenti previsti dalla partitura. Le motivazioni sono la mancata volontà da parte del sovrintendente Michele Galli di ricevere i sindacati per discutere del fatto che i lavoratori “sono la realtà più produttiva tra le fondazioni lirico-sinfoniche ma hanno la peggiore retribuzione”. Il consiglio di indirizzo non ha previsto i fringe benefit nel bilancio 2025 e i sindacati accusano che invece i soldi per le consulenze ci sono. “Il teatro ha realizzato centinaia di migliaia di euro di rispermio attraverso: forte contrazione del personale che risulta sotto organico, sospensione fissa della quota buoni pasto dal 2016, accordi di flessibilità a costo zero per la Fondazione”.

Convincente la regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, che hanno riportato sul palco alcuni elementi della tragedia greca (molto belle le maschere) e caratterizzato in modo eccellente l’ambientazione siciliana riprendendo un certo tipo di gestualità, ma anche anche grazie ai costumi di Agnese Rabatti. I due si sono concessi una licenza sul libretto portando in scena nel finale Alfio con il coltello e le mani insanguinate.

Le scenografie di Federica Parolini hanno disegnato una piazza che ricorda quasi un presepe in cartapesta, in cui le palazzine circostanti e la chiesa hanno fatto da contorno all’azione dei protagonisti e alle azioni corali della piccola-grande società del paesino siciliano in cui avviene la vicenda.

Nonostante il coro in formato ridotto, la performance è stata all’altezza, anche se appunto in Cavalleria Rusticana ci sono momenti particolarmente importanti legati alla presenza di tutti gli elementi sul palco. Il pubblico della prima potrà comunque assistere a un’altra recita gratuitamente se ci saranno posti disponibili.

La direzione del giovane Davide Massiglia è stata apprezzabile, soprattutto nelle fasi di più delicato lirismo e in quelle di maggiore intensità, con minime sbavature nelle parti di maggior ritmo.

Tra i cantanti la Santuzza di Veronica Simeoni ha riempito la scena sia a livello vocale, sia a livello di presenza. Come avevano anticipato i registi nella conferenza stampa, si è fatta possedere dal personaggio, uscendone mattatrice. Da sola vale il prezzo del biglietto.

Bella prova di tutto il cast, con Luciano Ganci (Turiddu) che ha saputo gestire la spavalderia anche di facciata sino alla fine, perdendo solo per un momento il controllo della voce nel finale.

Gezim Myshketa è stato un solidissimo Alfio, particolarmente apprezzata Manuela Custer (mamma Lucia). Applausi anche per la Lola di Nino Chikovani, che ha saputo anche con la recitazione rappresentare la differenza tra lei e Santuzza, già caratterizzata dal bianco dell’abito rispetto al nero di Santa.




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