Calabria

Catanzaro, Slc Cgil: lunedì 17 novembre sciopero dei lavoratori Telecontact. Tridico: “Vertenza grottesca”. Sostegno di PCR Calabria

CATANIA 16/03/2009: Decennale call center Vodafone - al tavolo da sx: Cristiano Cavalletti, Salvatore Raffa, Mimmo Trovato, Pippo Gianni, Michelangelo Suigo, Margherita Poselli

Lunedì 17 novembre i lavoratori dei call center Telecontact saranno in sciopero per l’intera giornata e dal 18 novembre al 16 dicembre si asterranno dal lavoro tutti i giorni a fine turno.
Lo annunciano i sindacati in difesa dei 1.591 lavoratori di Telecontact che «il Gruppo Tim vuole esternalizzare cedendoli a Dna, una Srl con un capitale sociale di appena 10mila euro, esiguità che insospettisce e preoccupa». Un’operazione societaria che i sindacati confederali giudicano «sconsiderata fatta al solo scopo di liberarsi di 1.591 occupati – l’80% donne – e alla quale si oppongono con forza».

Lo sciopero di lunedì sarà accompagnato da presidi e iniziative nelle città interessate: a Roma, dove gli addetti Telecontact sono 336, Slc Cgil e Uilcom Uil terranno un presidio dalle 9.30 sotto la sede di Poste Italiane in viale Europa 190. Qui confluiranno anche i lavoratori di Napoli (303 occupati) e l’Aquila dove gli occupati a rischio sono 30. Dalle 9.30 di lunedì in presidio anche i lavoratori di Catanzaro (433 occupati a rischio, qui anche un corteo), di Caltanissetta (336) Ivrea (89) e Aosta (30).
«Poste Italiane (il cui azionista di maggioranza è lo Stato attraverso il ministero delle Finanze e Cassa depositi e prestiti) è l’azionista di riferimento di Tim e i sindacati chiedono che renda maggiormente comprensibili le sue intenzioni rispetto alle prospettive del Gruppo Tim. Le istituzioni battano un colpo – dichiarano – e chiariscano il disegno il cui tratteggio è iniziato con la cessione della rete e che a oggi non sembra ancora concluso».

«Vogliamo dire a Tim (che nel terzo trimestre di quest’anno ha dichiarato ricavi per 10 miliardi), che abbiamo ben compreso la natura di questa operazione, priva di un disegno industriale e finalizzata esclusivamente a ridurre i costi. Un’operazione che avrà quale unica conseguenza quella di espellere le lavoratrici e i lavoratori Telecontact dal Gruppo Tim gettandoli nel travagliato mondo degli outsourcer che di certo non ha bisogno di ulteriore forza lavoro ma che, al contrario, nei prossimi anni è prevedibile registrerà un trend opposto. Invece di proseguire con lo smembramento del Gruppo Tim – afferma la segreteria nazionale di Slc Cgil – sarebbe opportuno che le professionalità presenti in Telecontact venissero sfruttate e i lavoratori, che hanno competenze e capacità consolidate e una età media di almeno 15 anni inferiore a quella dei dipendenti della casa madre, venissero valorizzati e non espulsi. Dopo la cessione della rete avremmo immaginato un percorso inverso: non un’ulteriore cessione, semmai una internalizzazione, con una possibile riconversione professionale da gestire senza traumi, viste le molte attività che Tim gestisce al suo interno». «Il sindacato confederale – conclude la nota – contrasterà con tutti i mezzi necessari questa operazione per garantire stabilità ai lavoratori di Telecontact – per la stragrande maggioranza a part time – a cui Tim sta cancellando un sereno futuro lavorativo».

Telecontact, Tridico: «Vertenza grottesca, appoggeremo lo sciopero proclamato per il 17 novembre»

«La vertenza Telecontact sta assumendo sempre più connotati grotteschi. Anche l’ultimo confronto tra i sindacati e Tim per tentare di scongiurare il trasferimento di 1591 dipendenti – 432 dei quali a Catanzaro e 302 a Napoli – ad una nuova società, non è andato a buon fine. Il progetto di espulsione dal perimetro aziendale dei dipendenti confluiti in una società di nuova costituzione, in cui Tim avrà solo quote di minoranza, non offre ai lavoratori alcuna garanzia. L’operazione, secondo le sigle confederali, non ha alcun senso e dietro questa mossa di maquillage industriale, quando si concluderanno i periodi di garanzia previsti dalla legge, aleggiano nuovi tagli al personale. La preoccupazione di tutti è che la Dna, la newco che assorbirà i 1591 lavoratori e controllata da Gruppo Distribuzione – un colosso del customer care da oltre 3000 dipendenti nel nostro Paese e nell’Europa dell’Est – rappresenti uno strumento per gestire tagli ed esuberi. Da qui la contrarietà ad manovra che non offre alcuna prospettiva industriale. Manifestiamo solidarietà e vicinanza ai lavoratori ed appoggeremo lo sciopero proclamato per il 17 novembre e l’astensione di due ore dal lavoro a fine turno del giorno precedente».

PCR Calabria sostiene lo sciopero: chiarezza e trasparenza per i lavoratori Telecontact

“Il mondo del lavoro non gode di buona salute. Decenni trascorsi a colpire con picconate i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e a dare campo libero a un liberismo sfrenato, in cui chi detiene il potere decide cosa e come produrre, chi può o non può lavorare, senza uno straccio di politica industriale. Su questa falsa riga si muovono ristrutturazioni e cessioni aziendali. Nel mezzo, l’anello più debole: le lavoratrici e i lavoratori. Rientra in questa casistica la vertenza Telecontact.
In Calabria, sono circa 500 le persone che vivono oggi nell’incertezza più totale riguardo al proprio futuro, dopo la cessione del ramo d’azienda da parte di TIM a DNA. Facciamo nostre le preoccupazioni delle lavoratrici, dei lavoratori e dei sindacati, e sosteniamo lo sciopero del 17 novembre. C’è bisogno di chiarezza e trasparenza e, soprattutto, di un piano che rispetti le garanzie occupazionali e contrattuali.

 


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