Ambientalisti per il clima si arrampicano su Porta Susa e srotolano lo striscione “1,5°C di ritardo”

“Cop2025: 1,5°C di ritardo”. È lo striscione che gli attivisti di Extinction Rebellion hanno srotolato questa mattina dal tetto della stazione di Porta Susa di Torino, dove si sono arrampicati con imbraghi e caschetti per porre l’attenzione sulla situazione climatica e sull’aumento della temperatura. Un’azione organizzata nei giorni in cui a Belem in Amazzonia si teìiene la conferenza sul clima Cop30.

Mentre gli attivisti si arrampicavano, gli altri hanno parlato con i passanti spiegando la motivazione dell’iniziativa. Tra di loro uno degli attivisti travestito da Bianconiglio, personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie, che si aggirava tra la gente e ripeteva “È tardi” con in mano il suo orologio. L’azione a Porta Susa segue quella di ieri, insieme con i Fridays for Future, davanti all’Inalpi Arena in occasione delle Atp finals.

«Un modo ironico – spiegano gli attivisti – per enfatizzare l’urgenza di politiche climatiche più incisive, proprio nei giorni in cui a Belem, la capitale dell’Amazzonia, si svolge la COP30, il vertice annuale sul clima». Al centro dell’azione la temperatura media che continua ad aumentare «la temperatura media lo scorso anno è stata di 1,55 °C: un evidente fallimento di tutte le politiche climatiche di questi anni», afferma Ivan. «Le conferenze mondiali sono state trasformate da incontro della diplomazia mondiale in fiere commerciali tenute in petrostati tra i paesi più autoritari: l’Egitto, gli Emirati Arabi, l’Azerbajian. Migliaia di lobbisti, partecipano infatti ogni anno per difendere i loro profitti, impedendo che qualsiasi reale progresso venga fatto sulla strada della decarbonizzazione e della protezione del clima». Sottolineano anche l’assenza della premier Giorgia Meloni alla Cop30, «un disimpegno che riflette la posizione dell’Italia sulle politiche di decarbonizzazione: antiscientifica e ideologica», continua Ivan.