Salute

Shelton spiega il suo “segreto”

“Qui alle Atp Finals ha una precisione millimetrica. E poi la capacità di toglierti il tempo”: la forza di Sinner spiegata da Shelton

Una “precisione millimetrica” al servizio. Questo è il primo aspetto che viene in mente a Ben Shelton quando deve spiegare perché è così difficile battere Jannik Sinner alle Atp Finals. Sul cemento indoor, dove ha una striscia aperta di 29 successi consecutivi, ma ancora di più sul campo dell’Inalpi Arena, l’altoatesino esprime un gioco micidiale. A Torino ha perso appena due partite su 13 disputate, ha vinto gli ultimi 8 match senza concedere un set. E Shelton, nel match di venerdì, è stato l’unico finora in grado di portarlo al tiebreak.

“Qui mette tantissime prime sulla riga. Una precisione millimetrica”, dice Shelton parlando appunto di Sinner nella conferenza stampa con cui ha salutato le Atp Finals. L’americano sottolinea che servire è più facile per tutti sui campi indoor, dove non ci sono le condizioni ambientali a disturbare. “Tutti i tre avversari contro cui ho giocato (oltre a Sinner, anche Zverev e Auger-Aliassime) erano molto vicini alle righe. Jannik probabilmente è stato il più preciso dei tre”.

“Credo che il suo servizio lo renda estremamente difficile da affrontare qui”, ribadisce ancora l’americano. Che poi però estende il ragionamento anche ad altri aspetti del gioco di Sinner: “Ovviamente anche la capacità di toglierti il tempo e tirare vincenti da varie posizioni, dal fondo o da qualunque punto del campo, è un grande vantaggio“. Shelton quindi concorda con l’opinione comune: “Sì, direi che è difficile sostenere che il cemento indoor non sia la sua miglior superficie. Ma credo che i giocatori migliori si adattino. I migliori sono capaci di cambiare piccoli dettagli del loro gioco per essere efficaci su ogni superficie“, conclude l’americano.


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