Pesaro, impianto Gnl a Tombaccia. La Fox rompe il silenzio: «Basta bugie sul progetto»
PESARO Si è parlato tanto e in tanti del progetto Green Fox a Tombaccia. La paura per l’arrivo dell’impianto di liquefazione del Gnl si è sparsa a macchia d’olio producendo un ricorso al Tar, un’interrogazione parlamentare a Bruxelles, innumerevoli sit-in di protesta e, infine, una causa civile per diffamazione. Ieri l’azienda Fox Petroli ha deciso di aprire le porte del suo quartier generale con un obiettivo ben chiaro: «Rendere nota la bontà del nostro progetto e mettere finalmente a tacere tutte le imprecisioni e le accuse che abbiamo sentito sul nostro conto». L’annuncio è dell’amministratore delegato della holding del gruppo Fox, Roberto Berloni, affiancato dal Ceo di Fox Petroli, Lorenzo Baldini, e dal presidente del CdA, Marco De Simoni.

La riqualificazione
Il primo punto all’ordine del giorno è stato chiarire di cosa si parla quando parliamo di Green Fox: «Il nostro progetto consiste nella riqualificazione del sito industriale su cui poggia la Fox Petroli – esordisce Berloni -per riconvertirlo in un impianto di liquefazione del gas». Addio quindi ai serbatoi che si stagliano dall’altro lato della strada di via Senigallia. «Andremo a demolire circa 90mila metri cubi di stoccaggi esistenti di combustibili fossili, tra serbatoi interrati e visibili, sui 130 oggi presenti» ha spiegato l’amministratore delegato. «Al loro posto arriveranno dei serbatoi criogenici di ultima generazione, dimensionati per accumulare la produzione solo nei giorni in cui gli automezzi non possono circolare». Un progetto «che è lo stesso presentato nel 2021 ma adeguato dal punto di vista tecnico e normativo» e che vede un investimento da 50 milioni di euro «che sono, dal primo all’ultimo centesimo, risorse private» ha sottolineato l’Ad. «E in nessuna percentuale fondi pubblici, come ho sentito dire».

I chiarimenti
Prima precisazione, si passa alla seconda: «Demolizioni e costruzioni verranno effettuate nella stessa area in cui si trovano oggi gli impianti, per cui non ci sarà alcun consumo di suolo» ha precisato Berloni. E una terza, quella che teneva più sulle spine i residenti del quartiere di Soria, riuniti proprio su questo tema qualche giorno fa: «Il gas arriverà esclusivamente tramite la rete nazionale Snam – ha assicurato Berloni – non è previsto l’utilizzo dell’oleodotto portuale per la movimentazione del gas o del Gnl». Tra i cavalli di battaglia di chi contesta il progetto anche l’idea che il sito Fox si trovi su un’area “degradata” e “a rischio idrogeolico”: «Mai avuto problemi con la contaminazione del suolo – ha assicurato Berloni – e sul rischio idrogeologico abbiamo fatto controlli e proposto soluzioni mitigative» ha specificato. Tutte insinuazioni queste che hanno portato l’azienda ad accusare di diffamazione due attivisti no-Gnl. Il processo si terrà l’8 gennaio.

Il futuro
Risolte le beghe del passato, lo sguardo si è spostato verso l’orizzonte: «Al momento è in corso l’iter autorizzativo che prevediamo si chiuda entro metà 2026». E da lì alla riconversione? «È un percorso lungo e complesso, che richiede molte autorizzazioni, come è giusto che sia – ha commentato l’Ad – ma noi puntiamo ad avere l’impianto operativo tra il 2028 e il 2029». Se tutto dovesse andare secondo la tabella di marcia, Fox Petroli sarebbe poi pronta ad aprire un’altra partita: «Una volta che ci sarà abbastanza disponibilità anche a livello nazionale, introdurremo anche il Bio-Gnl» ha annunciato Berloni.



