Toscana

Vita tra Litfiba e Csi

Gianni Maroccolo, musicista e produttore tra i più influenti della scena rock italiana, sarà ospite del Foiano Book Festival domenica 16 novembre alle 21 nella Galleria Furio del Furia con lo spettacolo Il Sonatore di Basso, insieme a Mur Rouge, Andrea Salvi e Andrea Chimenti.

(Info e prenotazioni: Biglietteria@officinedellacultura.org – 0575 27961 e 338 8431111 https://www.ticketone.it/eventseries/foiano-book-festival-4007316/).

Fondatore dei Litfiba e dei Csi, Maroccolo ha attraversato quarant’anni di musica e sperimentazione mantenendo intatta la sua autenticità artistica. Un incontro per ascoltare suoni, parole e visioni di uno dei protagonisti più coerenti e poetici del rock italiano.

Sei è conosciuto per essere uno dei fondatori dei Litfiba e dei Csi, come è cambiata la tua idea di fare musica da Litfiba a Csi?

“Nel mio cuore c’è spazio in egual misura per entrambe. I Litfiba sono stati la mia giovinezza, il tempo della scoperta e della formazione. Piero ebbe l’intuizione di suonare subito all’estero: ci aprì il mondo, ci mise a contatto con culture e suoni lontani, e tutto questo finì inevitabilmente dentro i nostri dischi, come 17 RE.
Con i Csiè arrivata la maturità, la consapevolezza di ciò che siamo e del tempo che viviamo. È stato un periodo di scelte, anche difficili, ma di straordinaria libertà artistica. Un’alchimia rara, un’esperienza umana fortissima.
E poi resta l’aspetto più bello: con i compagni di entrambe le band abbiamo mantenuto affetto, stima e amicizia. Voglio ricordare anche Claudio Rocchi, un legame umano e musicale importantissimo per me”.

Csi - Foto tratta da Facebook

I Litfiba hanno annunciato il ritorno e dei Csi si fa un gran parlare cosa c’è di vero?

“Il tour di 17RE è ormai confermato direi. È stata una sorpresa inaspettata, ma non ho esitato un attimo: quel disco è parte della mia vita e sarà incredibile suonarlo per intero dal vivo. Con i Csi invece ci siamo ritrovati di recente a pranzo, tutti insieme, dopo diciotto anni. È stato emozionante, e sì, abbiamo parlato del desiderio di risuonare insieme. Non siamo eterni, quindi perché aspettare troppo? Credo ci siano i presupposti per fare qualcosa, presto capiremo come e quando”.

Gianni Maroccolo insieme a Piero Pelù e Ghigo Renzulli

Il basso è spesso “invisibile” rispetto agli strumenti principali: tu invece hai enfatizzato la sua presenza. Qual è il segreto?

“Nessun segreto. Non mi considero un virtuoso, forse è proprio il mio approccio “poco ortodosso” che mi ha portato a un suono personale. Il basso è il mio modo naturale di esprimermi e di entrare in connessione con gli altri. Mi sento più un musicista che un bassista… o meglio, un sonatore di basso”.

Il tuo libro “Memorie di un Sonatore di Basso” racconta 40 anni di musica. Quale messaggio vuoi lasciare ai giovani musicisti?

Basso

“Non mi sento in grado di dare consigli. Ho solo cercato di vivere e raccontare la mia vita senza farmi troppo condizionare da ciò che gli altri si aspettavano. È stato faticoso, ma sono felice di aver seguito la mia strada”.

C’è un episodio che consideri un punto di svolta della tua carriera?

“Più d’uno. Gli incontri speciali. I Litfiba e i CSI, certo, ma anche Claudio Rocchi, Hector Zazou, Robert Wyatt, Toni Verona… persone che hanno segnato il mio percorso umano e musicale”.

Oggi il mondo della produzione musicale è profondamente cambiato. In meglio? E che consiglio daresti a chi vuole fare musica indipendente?

“L’indipendenza è prima di tutto una necessità interiore, non un’ideologia. È il desiderio di restare fedeli a sé stessi. Il mondo cambia, ma la musica resta parte della vita delle persone. Credo sia fondamentale essere consapevoli del proprio tempo e costruirsi un percorso personale. C’è spazio per tutti: basta non credere che la musica coincida solo con quella proposta dai media. Quella è appena il 10% di ciò che ogni giorno viene suonato nel mondo. Se poi qualcuno cerca solo fama e successo, le strade sono altre… e io non sono certo la persona più adatta a dare consigli in quel caso”.

Lo spettacolo il Sonatore di Basso con i grandi amici come Mur Rouge, Andrea Salvi ed Andrea Chimenti cosa rappresenta?

Maroccolo con Andrea Chimenti

“È un dono. Un regalo pensato da Libriaparte e Mur Rouge, e condiviso sul palco con l’amico Andrea Chimenti. È nato grazie anche a una bellissima campagna di crowdfunding: un gesto collettivo di stima e affetto che mi ha profondamente commosso”.


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