Le scelte giuste nei momenti giusti
Quando gli fanno i complimenti per le tre vittorie su tre nel girone, senza perdere nemmeno un set, lui replica: “Le partite si risolvono su due o tre punti“. E quando gli chiedono della semifinale contro Alex De Minaur, con cui ha uno score impressionante di 12 a 0, lui avverte: “È stato vicino a vincere in un paio di match. Nel tennis tutto può cambiare da un giorno all’altro”. Quella di Jannik Sinner è una convinzione profonda: soprattutto alle Atp Finals, quando ogni match è contro un top 10, le partite vengono indirizzate da pochi attimi cruciali, in cui serve alzare il livello del gioco e della concentrazione. Difficile dargli torto, visti i risultati: tra la passata edizione e questa, 8 vittorie consecutive senza perdere nemmeno un set. E se gli si chiede qual è il segreto, perché riesce quasi sempre lui a vincere questi pochi punti decisivi, Sinner risponde schiettamente: “Fino ad ora sto facendo le scelte giuste nei momenti giusti“. È il suo mantra a Torino.
Analizzando nel dettaglio le sue tre prestazioni in queste Atp Finals 2025, contro Auger–Aliassime, Zverev e Shelton, il campione altoatesino ha quasi sempre dovuto lottare. Eppure, badando al sodo, ha dominato il punteggio in tutti i match. Le parole di Sinner dopo la vittoria contro Shelton: “Se con Sasha non servo così bene come ho servito, un set lo perdo. Se nel tie-break con Ben vado un mini-break sotto, ci può stare che lo perdo”. Però, alla fine, non è mai successo. Di più, l’azzurro non ha concesso finora nemmeno un break in tutto il torneo. Giusto con Zverev, 7 palle break annullate, ha effettivamente rischiato di cedere almeno un turno in battuta.
E qui si arriva a un aspetto cruciale: Sinner sta trovando a Torino forse le sue migliori prestazioni dell’anno al servizio. Percentuale di prime in campo sempre sopra il 70%. Punti vinti con la prima sempre sopra l’80%. E anche la seconda ha funzionato bene, tranne contro Zverev: così si spiegano infatti le palle break concesse. “Magari funzionasse sempre così”, ha detto Sinner sul suo servizio dopo la sfida con Shelton, provocando le risate del pubblico dell’Inalpi Arena. Però è un aspetto cruciale e lo ha spiegato meglio in conferenza stampa: “Il livello di concentrazione deve essere molto alto perché se ti fanno un break diventa dura”.
È un’altra caratteristica delle Atp Finals: il livello è il più alto possibile e i campi in resina di Torino sono molto veloci. Il combinato dei due fattori rende il break difficile. Si sono già visti 6 tie-break e altri 5 set conclusi sul 7-5. Sinner però ha la capacità di calarsi in questo contesto alla perfezione, per essere pronto a sfruttare ogni minima occasione: “Quando metti sempre pressione e stai cercando sempre di fare le cose giuste, qualcosa di positivo ne esce”, spiega. Ogni game, anche quelli persi malamente, serve a immagazzinare informazioni per quello successivo, fino ad arrivare appunto a fare “le scelte giuste nei momenti giusti“.
Sarà così anche in semifinale contro De Minaur. Nonostante uno score di 12 a 0 nei precedenti, in cui l’australiano è riuscito in totale a vincere appena due set. Sulla carta non c’è partita, Sinner ne è consapevole ma dice: “Io ho tanto da perdere, lui ha poco da perdere, quindi ci sarà pressione, ci sarà tensione”. Per questo non dovrà cambiare di una virgola il suo atteggiamento, quello che finora gli ha permesso di avere un record impressionante di 13 vittorie e appena due sconfitte alle Finals: meglio di lui in percentuale solo Ilie Nastase. È inutile pensare già ora a un’eventuale finale contro Carlos Alcaraz, quella che tutti si aspettano. Può sembrare paradossale, ma a Sinner serviranno gli stessi strumenti sia per battere De Minaur che se mai per sfidare Alcaraz: un grande servizio e “le scelte giuste nei momenti giusti”. Pare facile…
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