Supplenze, l’algoritmo potrebbe danneggiare chi ha più diritto di altri. Il caso in Umbria
Il giornalista Domenico Mussolino, in un articolo su FanPage, ha descritto un problema che molti insegnanti vivono come profondamente ingiusto: l’algoritmo che assegna le supplenze aggira la graduatoria, favorendo chi ha punteggi minori e penalizzando docenti con più esperienza, anche di molti anni. Secondo testimonianze raccolte da Mussolino, «docenti con anni di esperienza … sono stati superati da chi aveva un punteggio inferiore al loro». L’ironia è amara: l’algoritmo, nato per rendere il processo più efficiente, viene accusato di minare il merito e di non garantire equità.
Anche in Umbria il sistema denunciato da Mussolino trova riscontro. Già negli anni passati sono emerse criticità nell’assegnazione delle supplenze Gps tramite algoritmo: alcuni precari sono stati considerati rinunciatari solo perché il sistema non ha trovato una corrispondenza fra preferenze e posti disponibili. Secondo il sindacato Uil Scuola in Umbria, alcuni insegnanti specializzati nel sostegno, nonostante il titolo, sarebbero stati scavalcati da colleghi senza specializzazione.
Il problema è ancora attuale: per l’anno scolastico 2025/2026 l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria ha dovuto rettificare le graduatorie Gps per la provincia di Perugia. In parallelo, è stata pubblicata una rettifica sui posti disponibili per le supplenze nella stessa provincia. Questi passaggi mostrano che l’attribuzione delle cattedre non è ancora priva di errori o contestazioni tecniche.
L’Umbria registra un’urgenza strutturale sul fronte del sostegno: secondo la Flc Cgil Umbria, come riportato da Orizzonte Scuola, mancano alcune centinaia di insegnanti in ruolo. Su 582 posti destinati alle assunzioni nell’anno di riferimento, ne sono stati coperti 480. La carenza di docenti stabili implica che molti posti residui debbano essere coperti con supplenti, dando vita a una “pioggia di supplenze”, in particolare nel sostegno.
Secondo la Cgil, molte di queste supplenze riguardano posti cosiddetti “in deroga”, che non fanno parte dell’organico di diritto ma vengono autorizzati su base annuale o temporanea. Il risultato è una forte instabilità: i supplenti, pur ricoprendo posti essenziali per la continuità didattica, hanno pochi margini per diventare stabili o accumulare punteggio utile per il ruolo.
I docenti umbri hanno segnalato in più occasioni anomalie nel funzionamento dell’algoritmo. Come già accennato, nel 2022 la Uil Scuola Umbria denunciava errori nel sistema: molti supplenti non sono stati convocati perché considerati “rinunciatari” anche se non avevano effettivamente rinunciato. In passato anche diversi precari hanno firmato incarichi annuali, per poi scoprire che l’algoritmo aveva sbagliato i conti: 1.250 supplenti firmarono, ma le nomine successive dovettero essere corrette dopo ricorsi.
Sul versante delle proteste, la Flc Cgil Umbria ha più volte chiesto maggiore stabilità per il personale di sostegno, denunciando che la dipendenza dalle supplenze ostacola la continuità didattica.
L’Umbria non è immune dal fenomeno denunciato: l’algoritmo non solo può penalizzare l’esperienza, ma sembra aggravare una situazione già critica per il sostegno, dove il fabbisogno di insegnanti stabili resta alto. Il fatto che molti posti siano in deroga e coperti da supplenti comporta che il sistema di assegnazione – se problematico – ha conseguenze concrete sui più fragili (studenti con bisogni educativi speciali) e sui docenti precari.
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